Nel contesto attuale, i lavoratori disoccupati da 24 mesi o più possono avere l’opportunità di accedere anticipatamente alla pensione di vecchiaia, fino a 10 anni prima della soglia di 67 anni stabilita dalla normativa italiana. L’età pensionabile per tutti, uomini e donne, richiede anche un minimo di 20 anni di contributi. Per coloro che hanno perso il lavoro vicino al traguardo pensionistico, il mercato del lavoro italiano risulta spesso ostile, soprattutto per i soggetti ultra-cinquantenni, creando difficoltà nel riadattamento lavorativo.
Esistono diverse opzioni per facilitare l’accesso alla pensione, tra cui l’anticipo pensionistico ordinario e speciale (quota 103, APE sociale), ma una soluzione importante è rappresentata dalla Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA). Questa permette ai contribuenti di ricevere un reddito attingendo a quanto accumulato nei fondi pensionistici privati, una sorta di pensione integrativa anticipata.
Specificamente, i disoccupati con un fondo pensione possono richiedere la RITA, consentendo di anticipare il pensionamento di 5 anni, oppure 10 anni per chi è disoccupato da oltre 24 mesi. Il miglioramento di questa situazione richiede che il richiedente abbia almeno 20 anni di contributi e che sia iscritto a un fondo pensione da almeno 5 anni. In termini di vantaggi fiscali, la RITA offre una tassazione favorevole rispetto ad altre forme di reddito, rendendo questa opzione doppiamente vantaggiosa per chi desidera un’integrazione al proprio reddito previdenziale.
La RITA è convocata per la durata che va dalla richiesta fino al pensionamento di vecchiaia e non è vitalizia, poiché si tratta di un supporto temporaneo realizzato attraverso il proprio fondo pensione privato. Lo Stato sostiene questo tipo di iniziative per aiutare i lavoratori che incontrano difficoltà nel mercato del lavoro, rendendo possibile uno scivolo verso la pensione per chi si trova in situazioni di disoccupazione prolungata.
In sintesi, la RITA offre una via d’uscita per coloro che si trovano in difficoltà occupazionale, garantendo un sussidio mentre si attende l’età di pensionamento ufficiale, garantendo così una maggiore sicurezza economica in periodi di incerta continuità lavorativa.