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giovedì, 21 Novembre, 2024
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Perché la Russia punta a catturare la giornalista Rai Stefania Battistini?

Stefania Battistini, giornalista Rai, è stata inserita nella lista dei ricercati russi con l’accusa di “attraversamento illegale del confine”, come annunciato dal ministero dell’Interno di Mosca. Battistini, insieme all’operatore Simone Traini, è stata tra i primi a documentare un’incursione delle forze ucraine in Russia, a Kursk, lo scorso agosto. Questa scoperta ha messo in luce la professionalità della giornalista, ma ha anche comportato conseguenze gravi. A seguito di un mandato di cattura emesso contro di lei, Battistini ha dovuto tornare in Italia per evitare di essere arrestata, rischiando fino a cinque anni di prigione se catturata dalle autorità russe.

Nonostante il ritorno forzato, Battistini non si arrende di fronte a quella che molti vedono come un’intimidazione della libertà di stampa. Oltre a Battistini e Traini, altri giornalisti stranieri, tra cui Simon Connolly di Deutsche Welle e Nick Walsh della CNN, sono stati accusati dello stesso reato, insieme a diversi reporter ucraini. Questo ha sollevato preoccupazioni a livello internazionale, poiché tali restrizioni stanno venendo viste come una minaccia seria alla libertà di informazione.

Poco più di un mese fa, l’FSB, il servizio segreto russo, aveva già avviato un procedimento penale contro Battistini e Traini, accusandoli di ingresso illegale in Russia durante un’operazione militare ucraina e di aver registrato immagini non autorizzate nella regione di Kursk. Tuttavia, secondo la Convenzione di Ginevra, i giornalisti embedded in zone di guerra dovrebbero essere protetti, una pratica che è seguita anche dalle forze russe in Ucraina.

La notizia dell’inserimento dei nomi di Battistini e Traini nel database del ministero dell’Interno russo ha innescato tensioni diplomatiche. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha espresso sorpresa e ha convocato l’ambasciatore russo, Alexei Paramonov, per discutere la decisione. La Rai ha condannato l’azione della Russia come una “violazione della libertà d’informazione” e ha difeso i suoi giornalisti, sottolineando la necessità di garantire la libertà di stampa anche in situazioni critiche come quella attuale.

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