La scrittrice sudcoreana Han Kang ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura 2024 “per la sua intensa prosa poetica che mette a confronto i traumi storici con la fragilità della vita umana”. Nata il 27 novembre 1970, Han Kang è conosciuta per il suo romanzo “The Vegetarian”, pubblicato in Italia con il titolo “La Vegetariana” da Adelphi, che ha vinto il Man Booker International Prize nel 2016. Quest’opera racconta il percorso di una donna verso la malattia mentale e l’abbandono da parte della sua famiglia. Tra le altre sue pubblicazioni in Italia ci sono “L’Ora di Greco”, “Atti Umani”, che ha vinto il Premio Malaparte nel 2017, e “Convalescenza”.
Dopo l’annuncio del Nobel, il segretario permanente dell’Accademia svedese, Mats Malm, ha raccontato che Han Kang stava trascorrendo una giornata normale, avendo appena cenato con suo figlio, e non si aspettava affatto la notizia. Axel Olsson, altro membro dell’Accademia, ha elogiato la scrittrice per la sua consapevolezza delle connessioni tra corpo e anima e per il suo stile innovativo.
Inoltre, il 5 novembre 2024 uscirà in Italia il nuovo romanzo di Han Kang, “Non dico addio”, pubblicato da Adelphi e tradotto da Lia Iovenitti. L’opera narra un intenso e doloroso viaggio d’inverno della protagonista Gyeong-ha, che si reca sull’isola di Jeju per prendersi cura del pappagallo di un’amica, Inseon, ricoverata in ospedale. Durante il viaggio, Gyeong-ha si trova ad affrontare una tempesta di neve e difficoltà fisiche, ma la sua determinazione a salvare l’animale è inarrestabile. Quando finalmente giunge a destinazione, può solo seppellire il pappagallo, ma poiché il suo viaggio è intriso di poesia e ricordi, l’amica appare in un momento di rivelazione.
Il romanzo, che affronta anche il tema di uno dei massacri più tragici della storia coreana, quello avvenuto tra la fine del 1948 e i primi mesi del 1949, esplora la memoria e la violenza storica. “Non dico addio”, apparso nel 2021 in Francia, ha già ottenuto il Prix Médicis Étranger 2023 e il Prix Émile Guimet 2024, confermando il talento unico di Han Kang nella narrazione e nella riflessione sulle esperienze umane.