Le certezze riguardanti la legge di bilancio includono un incremento di 2,4 milioni di beneficiari del taglio del cuneo fiscale e un aumento medio del reddito disponibile delle famiglie dell’1,5%, secondo la Banca d’Italia. Tuttavia, rimangono numerosi dubbi sull’implementazione di queste misure, a partire dalle stime di crescita. La previsione iniziale di crescita dell’1% da parte del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è stata rivista al ribasso a causa di dati disastrosi, che mostrano una crescita zero nel terzo trimestre, portando l’Istat a stimare una crescita acquisita per il 2024 dello 0,4%.
Le preoccupazioni si concentrano anche sulla sanità, con la spesa per medici e ospedali che torna ai livelli pre-pandemia. L’ufficio parlamentare di bilancio avverte il rischio di deficit per le regioni. La legge di bilancio è sottoposta a un attento esame in Parlamento, rivelando potenziali criticità legate all’intervento su più fronti, ma i vincoli imposti dal nuovo patto UE complicano la situazione.
Il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, segnala effetti positivi sul sistema previdenziale grazie ai cambiamenti sulle pensioni. Tuttavia, l’Istat evidenzia che nel 2023, il 7,6% degli italiani ha rinunciato a cure mediche per motivi economici o altri problemi, un incremento rispetto al 6,3% del 2019. Malgrado un calo della spesa sanitaria dello 0,4% a 130,2 miliardi, la cifra è insufficiente a coprire il fabbisogno delle regioni. Inoltre, Bankitalia stima che nei prossimi dieci anni ci sarà bisogno di un 30% in più di medici e infermieri, un trend preoccupante rispetto alle attuali necessità.
Le audizioni parlamentari hanno sollevato ulteriori dubbi sulle misure per la natalità, suggerendo che più asili nido e congedi parentali siano più efficaci rispetto ai trasferimenti alle famiglie. Le aspettative di entrate derivanti da detrazioni e tagli lineari ai ministeri sono dubbie; Bankitalia chiede invece una revisione selettiva della spesa. Infine, la Corte dei conti prevede possibili aumenti nei contributi delle banche, però il rischio è che ciò possa generare perdite di gettito più accentuate a partire dal 2027.