20 Settembre 2024

Prospettive Avanzate: Terapie Psichedeliche nella Lotta Contro la Depression

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La psilocibina, il principio attivo presente nei funghi allucinogeni, potrebbe essere presto approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti per il trattamento della depressione, con potenziali benefici per milioni di pazienti. Questo aspetto è stato sottolineato da un team di scienziati dell’Emory University, dell’Università del Wisconsin-Madison e dell’Università della California a Berkeley, che ha pubblicato uno studio sulla rivista “Psychedelics” di Genomic Press.

Il gruppo di ricerca, guidato da Syed Fayzan Rab, ha stimato quante persone potrebbero giovarsi di questa terapia alternativa. Questo studio iniziale ha analizzato la domanda di terapia assistita da psilocibina per la depressione negli Stati Uniti. Utilizzando dati da indagini sulla prevalenza e sul trattamento della depressione, insieme ai criteri di ammissibilità di studi clinici recenti, i ricercatori hanno rilevato che tra il 56 e il 62% dei pazienti attualmente in cura per depressione potrebbe qualificarsi per tali trattamenti. Questo si traduce in circa 5,1-5,6 milioni di persone potenzialmente beneficiarie.

Fayzan Rab ha evidenziato l’importanza di comprendere le sfide pratiche legate all’implementazione su larga scala della psilocibina come terapia. Attualmente si stimano circa 15 milioni di adulti americani affetti da depressione. Secondo i criteri di ammissibilità utilizzati in ambito clinico, nel caso di selezione rigorosa, solo il 24% dei pazienti risulterebbe idoneo per queste cure, percentuale che può salire fino al 62% in presenza di condizioni di esclusione più flessibili. Tuttavia, lo studio si è concentrato esclusivamente sui pazienti già in trattamento, senza considerare l’arrivo di nuovi pazienti attratti dalla medicina psichedelica.

Charles Raison, co-autore dell’articolo, ha avvertito che le decisioni normativi riguardo a queste questioni potrebbero limitare l’adozione della terapia da parte dell’FDA. Ha aggiunto che il potenziale di questa terapia dipende molto dalle scelte delle autorità, degli assicuratori e della comunità sanitaria. L’obiettivo finale è che i risultati di questo studio stimolino dibattiti produttivi e preparativi adeguati per massimizzare i benefici per i pazienti, riducendo al contempo le conseguenze indesiderate.

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