La tragica vicenda del 17enne di Paderno Dugnano, responsabile di una strage familiare, è l’ultimo di una serie di eventi drammatici che vedono i figli diventare assassini dei propri familiari. Questi crimini, spesso perpetrati da giovani e anche minorenni, sono segnati da una violenza agghiacciante che colpisce la società e le forze dell’ordine. Secondo i dati forniti da Eures, il 43% degli omicidi in Italia avviene in ambito domestico; nel Nord del Paese, questa percentuale arriva al 50%. Aggiornamenti del Viminale al 25 agosto 2023 indicano che su 186 omicidi, 88 si sono verificati in ambito familiare.
Tra i casi più emblematici vi è quello di Doretta Graneris, che nel 1975 uccise la sua famiglia innescata da conflitti interni. Altro caso noto è quello di Ferdinando Carretta, che nel 1989 a Parma assassinò i genitori e il fratello. Carretta, rintracciato in Gran Bretagna, confessò l’omicidio in TV, esprimendo il suo odio verso il padre. Pietro Maso, nel 1991, massacrò i genitori con l’aiuto di amici e, dopo aver scontato parte della pena, è riemerso recentemente per un tentativo di estorsione. L’episodio di Erika De Nardo nel 2001, che uccise madre e fratello con il fidanzato, scosse l’intera nazione.
Questi omicidi familiari, che continuano anche ai giorni nostri, pongono interrogativi sulla violenza domestica in Italia e sulle dinamiche familiari che possono condurre a tali tragedie, suggerendo una tendenza preoccupante che richiede attenzione e analisi.