Un nuovo ministro dovrebbe mantenere tutte le deleghe finora affidate a Raffaele Fitto. Il titolare di Pnrr, coesione, sud e affari europei ha lasciato il governo per assumere un ruolo a Bruxelles, aumentando le probabilità che Giorgia Meloni scelga di non dividere i dossier di Fitto e chiudere la situazione rapidamente, forse già lunedì. Sebbene non ci sia stata una decisione definitiva, chi ha parlato con Meloni conferma che la premier sta valutando attentamente le varie opzioni disponibili.
Raffaele Fitto ha annunciato le sue dimissioni sui social, descrivendo i suoi due anni nel governo come “intensi ed entusiasmanti”. Trasloca a palazzo Berlaymont come commissario alla coesione e alle riforme e presidente esecutivo della nuova commissione di Ursula von der Leyen, esprimendo gratitudine verso colleghi e la premier per la fiducia accordata. Trovare un sostituto adatto non è facile e si è pensato a diverse figure per le deleghe, soprattutto per far continuare Pnrr e coesione insieme.
Fra i nomi circolati come possibili sostituzioni, quello di Elisabetta Belloni, attuale capo dei servizi e sherpa del G7, è stato menzionato, con altri candidati come Giulio Terzi di Sant’Agata ed Edmondo Cirielli, ma l’ultimo scossone sembra escluderli. La maggioranza ricorda episodi passati, come il passaggio tra Gennaro Sangiuliano e Alessandro Giuli, e si aspetta un approccio simile da parte di Meloni. La decisione finale spetta esclusivamente alla premier, come ribadito da Ignazio La Russa, presidente del Senato, che sottolinea l’importanza di fare “l’interesse dell’Italia”.
La Russa, presente all’assemblea di Noi moderati, ha rigettato qualsiasi autocandidatura per la sostituzione di Fitto, assicurando che nessuno all’interno della coalizione ha rivendicato posizioni. Si è parlato di un vertice tra i leader della coalizione a casa Meloni, durante il quale non si sarebbe affrontata la questione delle deleghe di Fitto “per scaramanzia”, poiché l’intero collegio dei commissari doveva ancora ricevere il voto finale dell’Europarlamento. Tuttavia, è chiaro che la posizione resterà legata a Fratelli d’Italia, indipendentemente da come verrà gestita.