Rai e Consulta sono due questioni cruciali che coinvolgono sia la maggioranza che l’opposizione, senza possibilità di risoluzione entro fine anno. Per quanto riguarda la Rai, persistono le divergenze tra i partiti non sostenitori del governo sulla nomination di Simona Agnes come presidente, proposta dalla maggioranza. In Commissione vigilanza, è necessaria una maggioranza di due terzi, quindi i voti del solo governo non sono sufficienti. Il centrodestra ha già disertato quattro votazioni, lasciando Antonio Marano come presidente “anziano”. Un esponente della maggioranza ha insinuato che questa situazione di stallo potrebbe durare.
La maggioranza sta cercando di convincere il Movimento 5 Stelle, specialmente riguardo le nomine, ma gli 5 Stelle hanno ribadito il loro rifiuto di sostenere Agnes. Anche la Consulta ha visto un nuovo fallimento con il dodicesimo scrutinio per l’elezione di un giudice e il terzo per altri tre giudici. Devono essere scelti i sostituti di Silvana Sciarra e del presidente Augusto Barbera, insieme ad altri due giudici la cui scadenza è imminente.
I capogruppo di maggioranza e minoranza riconoscono l’urgenza di accelerare il processo decisionale e le negoziazioni. Attualmente le discussioni sui candidati continuano a essere complesse, cercando nomi che possano essere accolti da entrambe le parti. Fra i nomi circolanti, ci sono Balduzzi, Celotto e Garofoli, con la speranza di trovare un profilo universitario favorevole a una convergenza bipartisan. Tuttavia, gli attriti persistono, poiché le posizioni politiche divergono sui candidati da preferire.
Il presidente uscente della Consulta, Augusto Barbera, ha sollecitato il Parlamento a procedere rapidamente con le elezioni. Nel Partito Democratico si cita spesso la figura di Finocchiaro, mentre nel centrodestra si deve decidere tra il costituzionalista Francesco Saverio Marini e altri nomi come Pierantonio Zanettin e Francesco Paolo Sisto. Si prevede che una soluzione possa emergere a gennaio, quando sarà necessario abbassare il quorum. Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha convocato il Parlamento ogni settimana per facilitare l’accordo e ha esortato tutte le forze politiche a trovare una soluzione per garantire il funzionamento completo della Corte Costituzionale, imprescindibile per il sistema giuridico italiano.