“Ho vinto uno scudetto da capocannoniere, ora posso stare anche in panchina purché vinca la squadra”. Queste sono le parole di Matteo Renzi, che si prepara a festeggiare il suo cinquantesimo compleanno domani a Firenze con un pranzo a base di pappa al pomodoro, durante il quale presenterà una nuova proposta per un’alternativa al governo di centrodestra. Renzi sottolinea l’importanza del centro nella politica italiana, affermando che anche la Meloni ne è consapevole, per questo lo attacca. Parafrasando De Gasperi, osserva che “quando il centro guarda a sinistra, i numeri non sono più quelli che ci si immagina”.
Tuttavia, il centrosinistra affronta ancora molte frizioni, veti e sospetti reciproci. Renzi indica che per vincere con l’attuale legge elettorale è necessario unirsi; con il sistema maggioritario, è fondamentale avere due schieramenti. Questa lezione sembra essere stata compresa anche dal campo avversario, dato che Renzi commenta che Meloni, pur avendo solo il trenta percento degli elettori, approfitta della debolezza del centrosinistra diviso. Inoltre, la sua influenza in Europa è amplificata dalle crisi in Francia e Germania.
Raggiungere i cinquanta anni è un momento di bilancio per Renzi, che non ha rimpianti, ma riconosce di aver commesso errori. Riflessioni sugli anni trascorsi al governo rivelano che decisioni audaci sono state necessarie per ottenere il potere, anche se ha vissuto sotto un procedimento giudiziario per sei anni. Ora, desidera tornare a una politica attiva dopo un periodo di “zen”, segnato da attacchi dei suoi oppositori.
Renzi identifica due esperienze giovanili significative: i boy scout e il periodo di arbitraggio, che lo hanno formato nella capacità di prendere decisioni ferme e di seguire un cammino, un passo alla volta. Riconosce che ci sono rischi di inciampare lungo il percorso, ma considera che rimanere immobili è ben peggio. Ora è pronto a tornare in prima linea nella politica italiana, spinto dalla volontà di fare la differenza per il suo paese.