Il garante irlandese per la protezione dei dati ha avviato un’indagine sull’utilizzo del riconoscimento facciale da parte di Ryanair, in relazione alla verifica dell’identità dei clienti che prenotano voli tramite siti di terzi. Questa azione è stata scatenata da diversi reclami pervenuti da parte dei clienti Ryanair in tutta l’Unione Europea, riguardanti il trattamento dei dati personali. La Commissione per la protezione dei dati (DPC) ha sottolineato che l’indagine avrà un carattere europeo, evidenziando che le pratiche di Ryanair richiedono ulteriori verifiche dell’identità per le prenotazioni effettuate attraverso agenti di viaggio online e siti esterni, piuttosto che direttamente sul sito della compagnia aerea.
Graham Doyle, vice commissario del DPC, ha riportato che i clienti hanno lamentato di essere stati soggetti a un processo di verifica dopo aver prenotato i loro voli, un comportamento che ha sollevato preoccupazioni riguardo la conformità di Ryanair alle leggi sulla protezione dei dati. In particolare, sono stati evidenziati i metodi di verifica che utilizzano la tecnologia di riconoscimento facciale sfruttando i dati biometrici degli utenti. L’inchiesta esaminerà se queste pratiche sono compatibili con il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’UE, che stabilisce regole rigorose sulla raccolta e l’uso delle informazioni personali.
Ryanair ha risposto all’indagine esprimendo un atteggiamento propositivo, affermando di “accogliere con favore” l’inchiesta. La questione del riconoscimento facciale e del trattamento dei dati biometrici in ambito di prenotazioni aeree solleva interrogativi significativi sulla privacy dei consumatori e sulla loro sicurezza. Ci si aspetta che i risultati dell’indagine forniscano chiarimenti in merito alla legittimità delle pratiche di verifica dell’identità della compagnia aerea e possano influenzare potenzialmente il modo in cui altre compagnie aeree e operatori turistici gestiscono i dati dei clienti in futuro.
La situazione mette in risalto la crescente attenzione sulla protezione dei dati nell’era digitale, in cui talune pratiche aziendali possono entrare in conflitto con le normative esistenti, e l’importanza di garantire un equilibrio tra le necessità operative delle imprese e la salvaguardia della privacy dei consumatori.