La presentazione del libro “Nino Andreatta, Ricordi, analisi, documenti inediti a 25 anni dal suo silenzio”, curato da Mariantonietta Colimberti presso il Refettorio di Palazzo San Macuto, ha visto la partecipazione di figure storiche dell’Ulivo, come Romano Prodi, Walter Veltroni ed Enrico Letta. L’evento ha suscitato una nostalgia per un passato politico che sembra lontano e ha messo in evidenza la mancanza di leader come Andreatta, un grande “architetto” dell’Unione monetaria e dell’euro, che però non vide mai realizzarsi il suo sogno.
Walter Veltroni ha sottolineato che la nostalgia in politica può essere pericolosa, ma Andreatta merita di essere ricordato per il suo ruolo formativo e intellettuale. Prodi ha raccontato come Andreatta sia stato un mentore per lui e molti altri, evidenziando il rispetto reciproco che c’era tra loro, e come fosse in grado di stimolare un pensiero profondo, rifiutando la superficialità .
Letta ha condiviso un ricordo delle intense interrogazioni di Andreatta, che portavano a riflessioni approfondite sui temi trattati. La divergenza strategica tra Prodi e Andreatta è emersa quando Prodi ricevette la proposta di presidenza della Commissione europea e Andreatta espresse preoccupazioni riguardo all’Italia che perdesse il contatto con i suoi problemi interni.
La figura di Andreatta è stata descritta come unica, difficile da eguagliare e capace di confrontarsi e anche di litigare, come raccontato da Pierferdinando Casini. Nonostante le divergenze, Andreatta era rispettato per la sua integrità e capacità di restare fedele ai principi. La sua curiosità intellettuale e capacità di vedere oltre la superficie hanno avuto un ruolo cruciale nella scelta del centro-sinistra da parte dei moderati cattolici dopo il crollo della Prima Repubblica.
Infine, tutti gli oratori hanno condiviso i loro ricordi di quella fatidica serata di 25 anni fa, quando si seppe della morte di Andreatta, sottolineando l’importanza dei suoi ideali e il lascito che ha lasciato nella politica italiana. Veltroni ha concluso, evidenziando l’integrità e la moralità di Andreatta, che hanno fatto di lui non solo un uomo politico, ma una figura di riferimento per il modo di essere in politica.