Scarcerato per buona condotta dopo meno di nove mesi di reclusione, Adolf Hitler, condannato per alto tradimento, riacquista la libertà il 20 dicembre 1924, potendo continuare a coltivare i suoi ambiziosi progetti di dominio. Nonostante non fosse cittadino tedesco, riuscì a evitare l’espulsione dall’Austria grazie a un’interpretazione della legge sull’appartenenza nazionale. Il suo tentativo di colpo di stato, il Putsch di Monaco del 9 novembre 1923, si concluse tragicamente con venti morti e lo stesso Hitler fu salvato da una cattura quasi certa grazie all’intervento di un complice.
Il processo che ne seguì divenne un’importante piattaforma per esporre le idee naziste, trasformando Hitler da figura sconosciuta a leader carismatico, capace di attrarre un’enorme attenzione pubblica. Durante le udienze, utilizzò la sua abilità oratoria per propagandare il suo credo, riuscendo a aumentare i suoi seguaci da pochi migliaia a due milioni. La giuria mostrava una certa benevolenza nei suoi confronti e la condanna fu mite, portandolo a una detenzione privilegiata nella prigione di Landsberg.
Durante il periodo di detenzione, Hitler concepì le basi della sua ideologia, che sintetizzò nel libro “Mein Kampf”. La sua opera, pur partendo in modo lento, divenne un bestseller, vendendo milioni di copie e influenzando notevolmente il pensiero dell’epoca. Nonostante il suo delirio di onnipotenza e le sue ideologie violente, molti sottovalutarono il suo messaggio.
Liberato nel dicembre 1924, Hitler avrebbe poi raggiunto il potere legittimamente nel gennaio 1933, riunendo le cariche di cancelliere e capo dello stato dopo la morte del presidente Hindenburg. Da quel momento, avviò una serie di azioni che condussero all’apertura dei campi di concentramento e al riarmo della Germania, culminando nell’annessione dell’Austria. La sua violazione dei patti di Versailles e la preparazione del conflitto mondiale furono tutte idee concepite durante la sua reclusione.
Se Hitler avesse scontato la pena completa di cinque anni, la storia dell’umanità potrebbe essere stata differente, evitando la Shoah e la Seconda Guerra Mondiale con i suoi innumerevoli morti. Tuttavia, per il Führer, solo 264 giorni di detenzione segnarono quello che lui definì il “più grande colpo di fortuna della vita”, mentre per l’umanità rappresentarono una tragedia senza precedenti.