Dopo le festività natalizie, il Parlamento e il governo si preparano a riprendere i lavori, con una serie di temi prioritari. La riapertura di Camera e Senato è fissata per il 7 e l’8 gennaio, con la ratifica di accordi internazionali in agenda. Tra i decreti da convertire in legge ci sono il Milleproroghe con norme controverse sui no vax e un nuovo decreto sull’invio di armi all’Ucraina, già approvato dal governo. Il decreto Giustizia prevede misure a favore delle vittime di violenza di genere, mentre la Camera dovrà esaminare il decreto ‘Emergenza-Pnrr’, che affronta anche la crisi idrica in Sicilia.
L’elezione di giudici della Corte costituzionale e la nomina di Simona Agnes alla presidenza della Rai sono al centro di uno stallo politico, amplificato dalla difficoltà a trovare consenso tra le forze della maggioranza. Il governo dovrà gestire anche la questione dell’Autonomia differenziata, sulla quale la Consulta si pronuncerà a gennaio, dopo che alcune parti della riforma sono state bocciate. Le divergenze interne alla maggioranza si fanno sentire, con la Lega che incoraggia i negoziati con le Regioni e Forza Italia e Fratelli d’Italia che chiedono di riportare la riforma in Parlamento.
Il premier Meloni ha anticipato che il 2025 sarà l’anno delle riforme significative, con la separazione delle carriere dei magistrati già in discussione alla Camera. L’iter sul premierato, inizialmente bloccato, dovrebbe riprendere, mentre si prevede anche un rinnovo nel pacchetto giustizia, comprendente modifiche a intercettazioni, prescrizione e custodia cautelare.
In tema migranti, Meloni ha confermato l’impegno per attuare il protocollo con l’Albania, sebbene ci siano state difficoltà giuridiche riguardo al trattenimento dei migranti. Tuttavia, una recente sentenza della Cassazione ha dato nuova spinta al governo. Infine, il ddl sicurezza, sostenuto dalla Lega, è fermo in attesa di consenso interno al governo su modifiche significative. Il ritorno alla discussione non è previsto prima di metà gennaio, mentre si cercano soluzioni al conflitto tra le richieste di modifica e le posizioni dei leghisti.