23 Settembre 2024

Rigi cerca un manager, ma io non sono un modello da seguire

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Rigivan Ganeshamoorthy, conosciuto come Rigi, è un atleta romano e oro paralimpico nel lancio del disco F52. Nonostante le numerose offerte dal mondo dello spettacolo, Rigi si sente oppresso dalla mancanza di un manager e ha affermato di aver accumulato oltre 30.000 richieste da gestire da solo. Rigi sta considerando di entrare nell’intrattenimento, seguendo le orme di altri sportivi come Bebe Vio e Manuel Bortuzzo, ma esprime la volontà di mantenere una certa libertà, temendo che i contratti con i manager possano vincolarlo.

Nato a Roma nel 1999 da genitori dello Sri Lanka, Rigi è affetto dalla sindrome di Guillain-Barré, una malattia autoimmune che ha scoperto a diciotto anni. A causa dell’aggravamento della malattia nel 2019, ha iniziato a praticare sport, partendo dal basket in carrozzina, sport che ha abbandonato per un maggiore piacere nel lancio del peso, del disco e del giavellotto. Recentemente, ha stabilito tre record del mondo nel lancio del disco, conquistando l’oro ai Giochi di Parigi 2024.

Rigi ha guadagnato notorietà non solo per i suoi successi sportivi, ma anche per la sua genuinità durante le interviste, come quella rilasciata dopo la vittoria, dove ha dedicato la medaglia alla sua famiglia, alla sua città e agli amici, sottolineando l’importanza dell’amicizia. La sua umiltà emerge quando ribadisce di non sentirsi un modello di riferimento, ritenendo che questa sia una responsabilità troppo grande per lui.

All’udienza al Quirinale, Rigi ha confessato che il suo nuovo status di celebrità ha portato più complicazioni che benefici, esprimendo la sua voglia di ritornare a una vita normale. “Per ora non è arrivato il bello della popolarità, ho solo cose negative”, ha commentato. Nonostante il suo giovane arrivo nel mondo paralimpico, Rigi è consapevole del suo impatto e della pressione che deriva dal dover rappresentare una generazione e un movimento.

In sintesi, Rigi sta ancora cercando il suo posto, bilanciando tra la vita di atleta, le richieste mediatiche e la ricerca di un modo per gestire la fama, rimanendo però fedele alla sua personalità autentica e alla sua voglia di libertà.

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