Da gennaio a dicembre 2023, sono stati 89.462 gli italiani iscritti all’Aire per motivi di espatrio, di cui il 54,8% sono uomini e il 66,9% celibi o nubili, mentre il 26,9% sono coniugati, con un ulteriore 0,3% in unioni civili. Questo dato emerge dal rapporto “Italiani nel mondo”, presentato dalla fondazione Migrantes, che evidenzia un cambiamento nei trasferimenti ufficiali all’estero, ripresi dopo l’emergenza sanitaria. Sebbene non si siano ancora raggiunti i livelli prepandemia di oltre 130.000 partenze annuali, si registra un incremento del 9,1% rispetto all’anno precedente, corrispondente a 7.500 partenze in più.
La composizione demografica degli italiani all’estero, che conta oltre 6,1 milioni di cittadini, mostra che chi parte è sempre più giovane: il 68,8% degli emigrati è giovane o giovane adulto. Inoltre, il 14,7% degli espatriati è rappresentato da minori, mentre il 5,5% sono over 65 anni, e l’11,1% ha un’età compresa tra 50 e 64 anni.
Le regioni italiane con il flusso migratorio più consistente nel 2022 sono la Lombardia, con circa 19.000 espatri, seguita dal Veneto (9.500), Sicilian (8.000) ed Emilia-Romagna (7.500). Per quanto riguarda la composizione di genere, il Friuli-Venezia Giulia e la Valle d’Aosta presentano la percentuale più alta di donne espatriate (48,8% e 46,7%), mentre la Basilicata ha la percentuale più bassa (40,2%). Le province con il maggior numero di cancellazioni per espatrio sono Milano, Roma, Torino, Napoli e Brescia, che insieme rappresentano oltre un quinto delle migrazioni.
Nel biennio 2022-2023, i principali paesi di destinazione per gli italiani espatriati rimangono il Regno Unito e la Germania, che accolgono rispettivamente il 15,1% e il 13,3% degli emigrati. Altri paesi significativi includono Svizzera, Francia, Spagna, Brasile e Stati Uniti, che, complessivamente, accolgono il 65,5% degli espatri, corrispondenti a circa 136.000 espatriati su oltre 207.000 totali per i due anni.
