Daniele Andreini è il responsabile dell’Unità Operativa di Cardiologia Clinica e di Cardiologia dello Sport presso l’Ospedale Galeazzi di Milano. In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, ha discusso il caso di Edoardo Bove, affermando che se si trattasse di “un arresto cardiaco defibrillato”, un eventuale ritorno in campo risulterebbe complicato. Andreini descrive il probabile episodio come un “classico arresto cardiaco” avvenuto in seguito a un’aritmia del cuore, che ha richiesto rianimazione e massaggio cardiaco. È possibile che il cuore si sia ripreso inizialmente con il massaggio, ma successivamente potrebbe essere stata necessaria l’uso del defibrillatore, sia in ambulanza che in ospedale.
Il cardiologo prevede che nel centro cardiologico Careggi verranno eseguiti esami approfonditi per identificare la causa dell’incidente. Tra questi esami ci saranno la risonanza magnetica del cuore e, se necessario, una TAC coronarica, per valutare eventuali problemi come cardiomiopatia o anomalie coronariche. Andreini sottolinea anche la possibilità di miocardite, una condizione legata a infezioni preesistenti, che può manifestarsi in seguito a episodi simili. Nella maggior parte dei casi, le indagini approfondite chiariscono le motivazioni dell’arresto cardiaco, che possono includere cicatrici cardiache, accumulo di grasso, o coronarie anomale.
Inoltre, Andreini menziona che l’unica condizione in grado di provocare un arresto cardiaco senza segni premonitori è la cardiopatia aritmogena, una patologia rara. Riguardo al ritorno di Bove nel mondo dello sport, afferma che è troppo presto per fare previsioni. Sempre che l’arresto cardiaco sia stato effettivamente defibrillato, il rientro alle competizioni sportive sarebbe difficile, indipendentemente dalla causa scatenante. Tuttavia, Andreini avverte che è prematuro prendere decisioni in merito al futuro di Bove, evidenziando l’importanza di un’accurata valutazione clinica prima di trarre conclusioni definitive.