L’assoluzione nel processo sul caso Open Arms rappresenta per Matteo Salvini un riconoscimento del suo operato: “Ho fatto il mio dovere e mi ripaga di tante amarezze”, ha dichiarato in una conferenza stampa a Roma. Riguardo a una possibile restituzione al Viminale, Salvini ha sdrammatizzato, affermando di trovarsi bene nella sua attuale posizione e definendo l’esperienza al Ministero dell’Interno come “assolutamente corretta”. Ha riconosciuto il lavoro del suo successore, Piantedosi, dichiarando di non voler sostituirlo.
Salvini ha espresso di non avere paura del processo, definendo la sentenza come “giusta” e “già attesa”. Ha evidenziato che in aula ha osservato una corretta distinzione tra chi giudica e chi indaga. Sottolineando l’importanza della separazione delle carriere e della responsabilità civile per i magistrati che sbagliano, ha commentato che il processo ha un costo elevato, rendendo più urgente la riforma della giustizia.
Tra le domande, il vicepremier ha detto di avere una quantità considerevole di messaggi a cui rispondere, menzionando il supporto ricevuto da Elon Musk, definito una persona illuminata, ma escludendo comunicazioni con Trump. Riguardo a Giuseppe Conte, all’epoca Premier durante la vicenda Open Arms, ha affermato di non nutrire particolare interesse nei suoi confronti e di non essere abituato a fuggire dalle proprie responsabilità. Ha rivendicato le sue azioni, sottolineando che non cerca capri espiatori e che se qualcuno deve prendersela, deve farlo con lui.
Salvini ha concluso con un commento polemico riguardo un possibile appello da parte dell’ONG, augurando loro buona fortuna e scherzando sul loro malumore. Ha definito la giornata dell’assoluzione come “bella”, evidenziando una certa soddisfazione personale di fronte al sostegno del suo operato e la conclusione positiva della vicenda giudiziaria.