Giorgia Meloni ha annunciato l’introduzione di un contributo di 1000 euro per i nuovi nati, finanziato attraverso l’eliminazione della detrazione per i figli a carico oltre i trent’anni. Questa manovra, secondo il governo, è indirizzata a sostenere i nuovi nati, penalizzando però i trentenni che vivono ancora con i genitori. La scelta richiama alla mente il termine “bamboccioni”, una definizione utilizzata dalla politica per descrivere i giovani che non si sono ancora emancipati. Tuttavia, la situazione reale in Italia è complessa e non può essere semplificata con etichette.
Molti trentenni che rimangono a casa non lo fanno per scelta, ma a causa di un mercato del lavoro difficile. Questi giovani spesso affrontano disoccupazione o impieghi precari e mal retribuiti. Inoltre, con gli affitti che continuano a salire, specialmente per i single, lasciare la casa dei genitori diventa un’impresa ardua. L’eliminazione delle detrazioni per queste categorie non si traduce in un aiuto, ma in un ulteriore carico economico per le famiglie.
Il governo, puntando a incentivare le nascite, deve confrontarsi con una realtà in cui tanti giovani adulti sono costretti a restare a carico della famiglia, non per pigrizia, ma per necessità economica. La decisione di rimuovere le detrazioni non tiene conto di queste problematiche, rischiando di penalizzare ulteriormente una fascia di popolazione già in difficoltà . La retorica dei “bamboccioni”, quindi, appare poco adeguata e distante dalla vita reale degli italiani, che si trovano a fronteggiare sfide significative nell’emancipazione economica e abitativa.
In conclusione, le scelte politiche riguardanti il supporto alle nuove generazioni e alle famiglie devono considerare il contesto socio-economico attuale. Limiti imposti su chi vive ancora in famiglia e le relative agevolazioni fiscali non favoriranno una vera soluzione ai problemi di autonomia dei giovani, facendo emergere l’urgenza di politiche più mirate e inclusive per sostenere sia le famiglie con bimbi che i giovani adulti.