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sabato, 16 Novembre, 2024
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Ritrovati Resti di Urì in Mesopotamia: I Progenitori del Bue Domestico

Scoperti i resti del più antico antenato del bue domestico, l’uro (Bos primigenius), risalenti a circa 10mila anni fa, nella valle dell’Indo e in Mesopotamia. Questa ricerca, condotta dal Trinity College di Dublino e dall’Università di Copenaghen, ha coinvolto il paleontologo Luca Pandolfi dell’Università di Pisa ed è stata pubblicata su Nature. Pandolfi si occupa dell’evoluzione e dell’estinzione dei grandi mammiferi continentali, correlando questi eventi ai cambiamenti climatici.

Gli uri addomesticati erano simili a quelli selvatici ma di dimensioni leggermente inferiori e con corna meno sviluppate, segno di domesticatione. Giulio Cesare, nel “De Bello Gallico”, descrive l’uro selvatico come un animale di grandi dimensioni, veloce e aggressivo. Dai reperti fossili risulta che gli uri selvatici potevano raggiungere quasi due metri d’altezza e pesare una tonnellata, con corna lunghe oltre un metro.

Questi animali dominavano le faune di Eurasia e del Nord Africa dall’incirca 650.000 anni fa, ma subirono un forte declino dalla fine del Pleistocene, circa 11.000 anni fa, fino all’estinzione moderna. L’ultimo uro conosciuto fu abbattuto in Polonia nel 1627. La ricerca ha analizzato la storia evolutiva e genetica di questa specie attraverso resti fossili rinvenuti in vari siti in Eurasia, inclusa l’Italia.

Dai reperti, contenenti scheletri e crani ben conservati, sono stati estratti campioni di DNA antico, che hanno rivelato quattro popolazioni ancestrali distinte rispondenti in modo differente ai cambiamenti climatici e all’interazione umana. In particolare, gli uri europei subirono una drastica diminuzione durante l’ultima era glaciale, circa 20.000 anni fa, a causa della riduzione del loro habitat.

Nel Quaternario, che va da 2,5 milioni di anni fa a oggi, l’uro ha giocato un ruolo fondamentale negli ecosistemi, adattandosi ai cambiamenti climatici. La storia di adaptamento e declino degli uri è di grande interesse per i paleontologi. Considerati progenitori delle attuali mucche e tori, ancora poco si sa sulla loro evoluzione. I ricercatori hanno analizzato il genoma di 38 resti fossili e hanno scoperto elementi peculiari, tra cui tre popolazioni geneticamente distinte in Europa. I cambiamenti climatici hanno avuto un impatto significativo sulla distribuzione e variabilità genetica degli uri, con un importante collo di bottiglia avvenuto circa 10mila anni fa, coincidente con la domesticazione avvenuta in Mesopotamia.

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