Maurizio Landini, segretario della Cgil, ha affermato l’importanza di rivedere il meccanismo di calcolo e accesso alle pensioni in un’intervista a La Repubblica. Ha sottolineato che i lavori non sono tutti uguali e che non è giustificato aumentare automaticamente l’età pensionabile in base all’aspettativa di vita, senza considerare la gravosità delle mansioni. Landini ha fatto notare che in Europa non esiste un approccio simile.
Ha evidenziato che la recente correzione degli applicativi da parte dell’Inps riguardo all’innalzamento dell’età pensionabile è stata realizzata solo grazie all’intervento della Cgil, denunciando preoccupazione per la situazione: “Ciò che è successo ci preoccupa e conferma che si vuole solo fare cassa”.
Rivolgendosi alla premier Giorgia Meloni, Landini ha contestato le sue affermazioni secondo cui la riforma delle pensioni non è incompiuta. Ha ricordato gli impegni di abrogazione della legge Fornero, noto come la legge che ha introdotto importanti cambiamenti al sistema pensionistico, sostenendo che essi l’hanno, in realtà, ulteriormente peggiorata. Landini ha anche criticato la manovra che ha portato a un cospicuo risparmio statale grazie alle limitazioni nelle rivalutazioni delle pensioni all’inflazione e restringendo i canali per l’accesso anticipato, affermando che l’Opzione donna è quasi scomparsa.
Un’altra preoccupazione espressa da Landini riguarda la situazione dei giovani, i quali si trovano ad affrontare pensioni potenzialmente inadeguate a causa di lavori precari e scarsamente retribuiti. Ha affermato che non c’è bisogno di previdenza integrativa, ma piuttosto di una pensione di garanzia. Inoltre, ha criticato il sistema introdotto nel 2009, che prevede un adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita, asserendo che tale sistema non è equo perché applica regole uguali per lavori diversi, aumentando le disuguaglianze.
In conclusione, Landini ha ribadito la necessità di ridiscutere l’accesso alle pensioni e ha denunciato il modo in cui l’Inps ha gestito la situazione, evidenziando il rischio di una crisi pensionistica sempre più accentuata.
