28 Settembre 2024

Rivelato il modo in cui il cervello umano codifica le esperienze

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Uno studio condotto dall’UCLA Health e pubblicato sulla rivista Nature ha rivelato importanti informazioni su come il cervello umano codifica e comprende il flusso del tempo e delle esperienze. Gli scienziati hanno registrato l’attività di singoli neuroni in pazienti con epilessia, scoprendo che determinate cellule cerebrali si attivano in modo da riflettere l’ordine e la struttura delle esperienze individuali. Questi schemi di attivazione rimangono memorizzati nel cervello anche dopo che l’esperienza è terminata, permettendo al cervello di riprodurli in momenti di riposo e di usarli per prepararsi a stimoli futuri.

Il professor Itzhak Fried, autore senior dello studio, ha evidenziato che i risultati potrebbero avere applicazioni nella creazione di dispositivi neuro-protesici utili per migliorare la memoria e altre funzioni cognitive, e potrebbero offrire spunti importanti per comprendere l’intelligenza artificiale in relazione alla cognizione umana. La ricerca ha dimostrato l’importanza di riconoscere i modelli delle esperienze nel tempo per formare la memoria, prevedere risultati futuri e orientare i comportamenti.

Fried ha anche sottolineato che fino ad ora il processo cellulare alla base di questo fenomeno rimaneva ignoto. Le precedenti ricerche hanno utilizzato tecniche di neuroimaging per studiare come il cervello gestisce la navigazione spaziale, identificando il ruolo cruciale dell’ippocampo e della corteccia entorinale nella creazione di mappe cognitive, dove le cellule dell’ippocampo indicano posizioni specifiche e quelle dell’entorinale forniscono metriche di distanza.

Ulteriori scoperte hanno identificato “cellule concettuali” nell’ippocampo e nella corteccia entorinale che si attivano in risposta a persone, luoghi o oggetti specifici, cruciali per la memoria. Nello studio, 17 pazienti hanno eseguito una serie di compiti comportamentali mentre i loro neuroni venivano monitorati. Attraverso un esperimento in tre fasi basato su immagini, i ricercatori hanno notato che l’attività neurale si sincronizzava con l’ordine visivo delle immagini, dimostrando che il cervello utilizza meccanismi simili per rappresentare informazioni diverse come lo spazio e il tempo.

Fried ha affermato che questa ricerca offre una nuova comprensione di come le rappresentazioni temporali vengano elaborate nel cervello umano.

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