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giovedì, 21 Novembre, 2024
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Rivelazioni e Segreti Riemersi

Il restauro delle “Storie di San Francesco”, affreschi di Giotto nella Cappella Bardi in Santa Croce a Firenze, sta rivelando dettagli e informazioni preziose grazie a un’attenta pulitura. Questo progetto, voluto dall’Opera di Santa Croce e realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure, è programmato per concludersi nell’estate del 2025 e offre un’importante opportunità di apprendimento sul grande maestro fiorentino.

Dal mese di ottobre 2024 fino a luglio 2025, saranno organizzate visite guidate sui ponteggi del cantiere, promosse dalla Fondazione Cr Firenze e destinate ai residenti di Firenze e dell’area metropolitana. Queste visite permetteranno ai partecipanti di avvicinarsi al lavoro di Giotto, osservando da vicino il restauro in corso. Inoltre, dopo la conclusione dei lavori, sono previsti almeno due mesi di aperture straordinarie, durante i quali il pubblico potrà ammirare l’opera dell’artista.

L’Opificio delle Pietre Dure sta utilizzando tecnologie all’avanguardia per il restauro, e questo ha portato alla luce una decorazione precedente, che si pensa fosse di tipo geometrico. È stata inoltre identificata la presenza di buche pontaie, che aiutano a chiarire l’andamento e la struttura dei palchi utilizzati nel cantiere giottesco.

Cristina Acidini, presidente dell’Opera di Santa Croce, ha sottolineato l’importanza di questo restauro, definendolo un’opportunità culturale e scientifica unica: “Trovarsi al cospetto di Giotto, a diretto contatto con le Storie di San Francesco nella Cappella Bardi, costituisce un’opportunità irripetibile. Un restauro come questo ha davvero tanto da raccontare”.

Questo progetto non solo mira al recupero estetico delle opere, ma offre anche un’importante occasione di formazione per il pubblico, promuovendo una maggiore valorizzazione del patrimonio artistico fiorentino. Il restauro delle Storie di San Francesco rappresenta così un momento cruciale per la comprensione e l’apprezzamento dell’arte di Giotto, elemento fondamentale della storia culturale italiana. La collaborazione tra l’Opera di Santa Croce e l’Opificio delle Pietre Dure si configura come un modello di intervento per la conservazione e la fruizione del patrimonio artistico.

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