Con “Aventino for Future” si svolge la quinta edizione di Openbox, un progetto dell’Associazione Amici dell’Aventino Ets, collaborando con il Municipio I Roma Centro. Questo progetto ha come obiettivo la custodia e valorizzazione dei luoghi del colle Aventino e si concentra sul dialogo tra la scultura contemporanea e i giardini della zona, offrendo agli artisti un contesto paesaggistico e storico unico per le loro opere. La mostra di arte contemporanea inaugurerà domenica 8 dicembre alle 10.30 presso i giardini di piazza Albina e in via di Sant’Alessio, rimanendo aperta fino al 7 febbraio 2025, con ingresso gratuito dalle 9.30 al tramonto.
L’edizione di quest’anno si concentra sulla sostenibilità e le trasformazioni ambientali e climatiche, includendo la transizione ecologica e le sue implicazioni economiche, politiche e sociali. Di fronte alla catastrofe climatica, l’ecologia si pone domande sulla conservazione degli ecosistemi e sulla necessità di coesistere in un mondo che è stato modificato in modo irreversibile. OpenBox5 intende sensibilizzare il pubblico sulla responsabilità individuale, aprendosi a esempi virtuosi del passato.
Tra le opere esposte, si potrà vedere l’Anfora di terracotta di Elisa Majnoni nel Giardino di Sant’Alessio, che rappresenta un modello positivo ispirato al Monte dei Cocci. Inoltre, l’installazione “Molti molta molte – Il luogo del delitto” di Paola Romoli Venturi sarà collocata nella piazza. Questa installazione presenta un nastro segnaletico che delinea l’impronta di una grande balena morta e rimossa, mentre nel giardino si troverà “L’Isola dell’Aventino – l’arma del delitto”, dove un enorme stomaco di cetaceo, colmo di plastica, evidenzia il pericolo dell’inquinamento marino.
La scultura sarà realizzata utilizzando plastica raccolta localmente, in collaborazione con gli studenti della scuola Giacomo Badini, attraverso il laboratorio “Salva la tua balena”. Inoltre, l’artista Pino Genovese propone la sua opera “Costellazione”, composta da pietre levigate, unite da nodi di corda e appese alla chiesa di Sant’Alessio, simboleggiando il ritorno alla natura e all’uso di materiali primigeni come mezzo di difesa contro l’innaturale.