Undici giornate di squalifica sono state inflitte a Mattia Pisilli, calciatore del 2002 e fratello del centrocampista della Roma, a seguito di un episodio avvenuto durante una partita di Promozione tra il Palocco e la Nuova Pescia Romana. Pisilli ha ricevuto un doppio cartellino giallo e, subito dopo l’espulsione, ha reagito in modo inappropriato nei confronti dell’arbitro. Il giudice sportivo ha stabilito che il calciatore ha utilizzato espressioni minacciose e offensive, motivati da discriminazioni di genere. Inoltre, Pisilli ha anche ritardato l’uscita dal campo, il che ha contribuito alla severità della pena. La terna arbitrale della partita era composta dall’arbitro Alessio Paci e dagli assistenti Alessio Corsini e Valeria Nardozi.
Il calciatore ora dovrà attendere fino all’anno nuovo per poter tornare in campo, un lungo periodo per riflettere sulle proprie azioni. È interessante notare che l’episodio di Pisilli non è un caso isolato nel calcio italiano, dove sono emersi precedenti simili. Un episodio risale al campionato Juniores Under 18 di Brescia, tra Villaclarense e Academy Montorfano Rovato, nel quale l’allenatore e il capitano della squadra di casa sono stati segnalati per comportamenti sessisti nei confronti di un’arbitro donna. Dopo che un calciatore era stato colpito nelle parti intime, i due hanno iniziato a rivolgere frasi ingiuriose all’arbitro, invitandola a prestare assistenza. Sebbene non siano stati espulsi in quella occasione, il giudice sportivo ha emesso per loro squalifiche di tre e quattro mesi.
Questi episodi dimostrano la gravità di comportamenti violenti e offensivi presenti sui campi da gioco italiani, dove insulti e risse sono all’ordine del giorno. Mattia Pisilli, ora squalificato per undici giornate, avrà il tempo necessario per pensare ai propri errori e cercare di rimediare, sperando che la sua esperienza possa servire da monito per altri atleti e per il panorama calcistico in generale.