domenica, Ottobre 6, 2024
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Roma sotto sorveglianza per il corteo pro-Palestina: allerta per potenziali violenti

Sabato 5 ottobre, a Roma si è svolta una manifestazione non autorizzata a sostegno della Palestina, rapidamente degenerata in scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Nonostante il divieto emesso dalla Questura, circa 10.000 persone si sono riunite in piazza Ostiense, con uno striscione che invitava a fermare il genocidio in Palestina e Libano. Le forze di sicurezza, preparate a contenere la situazione, hanno effettuato controlli a tappeto, con 1.600 controlli e 19 arresti.

Durante il pomeriggio, si sono intensificati i tafferugli: i manifestanti hanno lanciato bombe carta e oggetti contro gli agenti, che hanno risposto con idranti e lacrimogeni per disperdere la folla. Un giovane ha riportato ferite alla testa in seguito agli scontri. Gli slogan principali dei manifestanti includevano frasi contro Israele e chiamate all’intifada, mentre alcuni gruppi, identificabili per abiti neri e cappucci, hanno improvvisato un servizio d’ordine.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha ribadito la natura illegale della manifestazione e ha confermato che la polizia avrebbe gestito la situazione con equilibrio. Il piano di sicurezza era stato concepito in un incontro tecnico nella giornata precedente e prevedeva controlli preventivi e misure per contenere eventuali infiltrazioni violente. Tuttavia, diversi gruppi, tra cui l’Unione democratica arabo-palestinese, hanno protestato contro il divieto, affermando di avere una responsabilità storica da adempiere e denunciando che la polizia stesse impedendo la pace.

Molti manifestanti hanno esposto bandiere palestinesi e di Hezbollah, esprimendo solidarietà in un clima di tensione. Gli attivisti hanno dichiarato che erano lì per commemorare i morti palestinesi, contrariamente a quanto sostenuto da chi accusava la manifestazione di essere una celebrazione di Hamas. Il corteo ha suscitato controversie anche tra i politici: sebbene alcuni, come la Lega e il presidente del Senato Ignazio La Russa, abbiano criticato il divieto, altri hanno sostenuto che le ragioni per manifestare fossero inaccettabili.

La giornata si è conclusa con un forte senso di divisione tra le forze di polizia e i manifestanti, mentre sul web molti sostenitori hanno espresso il loro discontento per non essere riusciti a partecipare all’evento a causa di controlli severi.

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