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venerdì, 20 Dicembre, 2024
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Russare e Apnea Notturna: Rischi per la Memoria

Le persone con problemi respiratori durante il sonno potrebbero avere un ippocampo più grande, secondo uno studio condotto da Alberto R. Ramos dell’Università di Miami, pubblicato sulla rivista Neurology. Questo studio, focalizzato principalmente su individui latini, ha rilevato che coloro che presentavano livelli di ossigeno più bassi durante la notte mostrano alterazioni nella materia bianca del cervello, un indicatore di salute cerebrale compromessa che evolve con l’età. I disturbi respiratori del sonno, come il russare e l’apnea notturna ostruttiva, portano a un’interruzione del respiro e a una conseguente diminuzione dell’ossigeno nel cervello, il che può influenzare negativamente le funzioni cognitive.

Ramos ha chiarito che, mentre alcuni studi hanno evidenziato un restringimento del cervello legato ai problemi di sonno e ai bassi livelli di ossigeno, altri hanno osservato un aumento del volume cerebrale, suggerendo complicate interazioni tra i due fenomeni. Entrambi i processi, sia il restringimento che l’espansione, possono compromettere la memoria e il pensiero, incrementando il rischio di declino cognitivo e demenza. Lo studio ha coinvolto 2.667 latinoamericani con un’età media di 68 anni e ha esaminato i loro bagagli di salute del sonno attraverso test domiciliari.

I partecipanti sono stati classificati in tre gruppi in base alla frequenza delle interruzioni del sonno: senza problemi, con problemi lievi e con problemi moderati-severi. Dei partecipanti, il 56% non presentava problemi di sonno, il 28% aveva lievi problemi e il 16% mostrava disturbi più gravi. Dopo dieci anni, i ricercatori hanno effettuato scansioni cerebrali per valutare il volume cerebrale e l’iperintensità della materia bianca. I risultati hanno mostrato che coloro con maggiori problemi di sonno avevano un ippocampo più grande di 0,24 cm³ rispetto a chi non presentava disturbi.

Inoltre, per ogni interruzione aggiuntiva del sonno, si osservava un incremento di 0,006 cm³ nel volume dell’ippocampo. Anche i livelli inferiori di ossigeno durante il sonno erano collegati a un aumento di volume dell’ippocampo e alle iperintensità della materia bianca. Ramos ha sottolineato l’importanza di ulteriori studi per una migliore comprensione della relazione tra la salute del sonno e l’invecchiamento cerebrale, specialmente per chi è a rischio di demenza. Un limite di questo studio è l’inclusione esclusiva di adulti latini, suggerendo che i risultati potrebbero non essere generalizzabili ad altre popolazioni.

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