Un barchino è naufragato al largo di Lampedusa, causando la dispersione di venti migranti, di cui cinque donne e tre bambini. Sette superstiti, tra cui un bambino siriano di otto anni, sono stati recuperati dalla motovedetta V1104 della guardia di finanza. Il barchino, partito da Zuwara in Libia, è affondato sotto costa. Tra i sopravvissuti ci sono anche due uomini siriani, due sudanesi e due egiziani. Il bambino viaggiava con la madre, che attualmente risulta dispersa, mentre volevano raggiungere la Germania, dove si trova il padre. Il piccolo ha potuto contattare il genitore tramite videochiamata dall’hotspot, dopo essere stato portato insieme ai sopravvissuti a contrada Imbriacola. Nonostante la difficile situazione, i recuperati sono in buone condizioni fisiche, sebbene provati dall’esperienza. La procura presso il tribunale per i minorenni di Palermo ha deciso che il bambino rimarrà una notte a Lampedusa in un ambiente protetto con un familiare, e domani sarà trasferito con il traghetto di linea.
Le ricerche delle venti persone disperse continuano, con le motovedette della guardia costiera e della guardia di finanza che perlustrano l’area antistante la costa di Lampedusa. Le condizioni di visibilità sono scarse, ma le operazioni di ricerca proseguono nella speranza di trovare altri naufraghi ancora in vita. Il sindaco di Lampedusa e Linosa, Filippo Mannino, ha espresso la sua tristezza per l’accaduto, sottolineando l’intensità della situazione, poiché i migranti erano quasi arrivati a terra. Ha auspicato che questa tragedia sia l’ultima, un desiderio che ripete frequentemente in concomitanza con il passare del tempo e la fine dell’anno. Mannino sta cercando di ottenere informazioni sul bambino sopravvissuto e sulle sue condizioni di salute. La situazione spiacevole e allarmante continua a richiamare l’attenzione sulla crisi migratoria nel Mediterraneo e sull’urgenza di proteggere la vita dei migranti che affrontano viaggi pericolosi in cerca di una vita migliore.