Una donna americana, Towana Looney, ha ricevuto un trapianto di rene da un maiale geneticamente modificato, riuscendo così a salvarsi. La sua storia inizia nel 1999, quando donò un rene alla madre. Successivamente, a causa di complicazioni durante una gravidanza, il suo rene rimanente ha smesso di funzionare, costringendola alla dialisi dal dicembre 2016. A 53 anni, Looney è diventata l’unica persona al mondo a ricevere un trapianto di organo animale, descrivendo l’esperienza come “una benedizione”.
Il campo degli xenotrapianti, fino a poco tempo fa considerato un obiettivo arduo nella scienza, sta ora avanzando grazie ai progressi nell’editing genetico e nella gestione del sistema immunitario. Gli esperti sperano che questa nuova branca medica possa contribuire a soddisfare la crescente richiesta di organi, con oltre 100.000 americani in lista d’attesa, di cui oltre 90.000 in attesa di un rene.
Looney aveva affrontato difficoltà nel trovare un donatore compatibile a causa di anticorpi nocivi nel suo sistema, rendendo rischioso il rigetto del trapianto. Il suo stato di salute era compromesso e i vasi sanguigni utilizzabili per la dialisi stavano venendo meno. Il trapianto di Looney rappresenta il terzo intervento di questo tipo; il primo destinatario, Rick Slayman, è deceduto due mesi dopo l’operazione, mentre la seconda ricevente, Lisa Pasano, ha dovuto tornare in dialisi dopo 47 giorni ed è morta a luglio. Nonostante le difficoltà, i ricercatori mantengono ottimismo mentre continuano a perfezionare le tecniche e a lavorare con organi di maiale geneticamente modificati.
Robert Montgomery, il chirurgo che ha guidato l’operazione, ha sottolineato l’importanza dell’altruismo dei partecipanti alla ricerca. Il trapianto di Looney rappresenta un possibile punto di partenza per future sperimentazioni cliniche sotto l’approvazione della FDA. Montgomery ha già condotto altri sei xenotrapianti e il primo trapianto su un paziente deceduto neurologicamente.
Looney è stata dimessa il 6 dicembre e trasferita a New York, dove potrebbe necessitare di cura frequente per adattare il sistema immunitario al nuovo organo. È previsto che torni a casa tra tre mesi.