La Guardia di Finanza di Bologna ha compiuto un’importante operazione, sequestrando un istituto coinvolto in un presunto sistema di corruzione legato al rilascio di diplomi di maturità. Gli studenti avrebbero pagato circa tremila euro, in parte in contanti, per ottenere il diploma, una somma di gran lunga superiore alla “tassa d’esame” ufficiale di 12,09 euro prevista dalla legge. L’operazione, guidata dal pm Stefano Dambruoso, ha portato all’indagine di sette persone, accusate di associazione a delinquere, corruzione e falso, e ha coinvolto tre scuole, tra cui due istituti paritari situati a Fermo e Portici (Napoli), dove gli studenti venivano inviati per ottenere il diploma senza un’adeguata preparazione.
L’indagine ha messo in luce un sistema noto come “diplomificio”, dove la scuola di Bologna, specializzata nel recupero di anni scolastici, indirizzava gli studenti verso istituti paritari, garantendo loro un diploma a fronte del pagamento, senza necessità di dimostrare competenze reali. Tra il 2017 e il 2023, l’istituto di Portici avrebbe incassato circa 214mila euro, mentre quello di Fermo circa 60mila euro, mostrando un aumento dei ricavi fino al 600% in cinque anni, grazie alla crescente richiesta da parte di studenti in difficoltà.
Le indagini hanno rivelato ulteriori irregolarità, inclusi falsi attestati di frequenza, registrazioni di residenze fittizie e percorsi di alternanza scuola-lavoro inesistenti. Un aspetto preoccupante emerso è che molti studenti non erano a conoscenza di dover viaggiare in un’altra regione per sostenere l’esame di maturità, scoprendo questa informazione solo nel corso dell’anno scolastico.
Questa situazione mette in evidenza non solo la ricerca di scorciatoie da parte degli studenti, ma anche la necessità di un controllo più rigoroso e di regolamentazioni più incisive nel sistema educativo, per prevenire episodi di corruzione e garantire che i diplomi siano rilasciati su base di vera preparazione e competenza. L’attività della Guardia di Finanza in questo contesto rappresenta un passo importante per combattere la diffusione di pratiche illecite nel settore formativo e rafforzare la fiducia nel sistema scolastico italiano.
