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lunedì, 6 Gennaio, 2025
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Scoperto il sito di impronte di dinosauri più grande del Regno Unito

Ricercatori britannici hanno scoperto circa 200 impronte di dinosauri risalenti a 166 milioni di anni fa in quello che si ritiene essere il più grande ritrovamento del Regno Unito. L’eccezionale scoperta è avvenuta in una cava nell’Oxfordshire, dove un operaio ha notato “dossi insoliti” durante il lavoro di estrazione dell’argilla, come riportato da un nuovo documentario della BBC. Il sito include cinque ampie tracce, la più lunga delle quali si estende per oltre 150 metri. Si pensa che quattro di queste impronte siano state lasciate da un dinosauro erbivoro dal collo lungo, probabilmente un cetiosaurus, mentre la quinta appartiene a un megalosaurus carnivoro di nove metri, noto per i suoi piedi a tre dita con artigli, secondo l’Università di Birmingham.

Emma Nicholls del Museo di Storia Naturale dell’Università di Oxford ha sottolineato quanto sia raro trovare così molte impronte in un unico luogo e quanto siano estese. Ha aggiunto che la zona potrebbe diventare uno dei più importanti siti di impronte di dinosauri del mondo. La scoperta sarà protagonista del documentario “Digging for Britain”, in onda l’8 gennaio.

Un team di circa 100 persone, composto da accademici di Oxford e Birmingham, ha lavorato per una settimana a giugno per escavare le tracce. Le nuove impronte seguono un precedente ritrovamento di 40 set nel 1997, con alcune impronte lunghe fino a 180 metri. I ricercatori hanno documentato il sito scattando 20.000 fotografie e creando modelli 3D dettagliati mediante droni. Si spera che la scoperta possa fornire informazioni su come i dinosauri interagivano tra loro, le loro dimensioni e la velocità dei loro spostamenti.

Duncan Murdock del museo di Oxford ha espresso la propria eccitazione nel sapere che un singolo dinosauro ha lasciato un’impronta su quella superficie, immaginando il suo movimento nel fango. Richard Butler, paleobiologo dell’Università di Birmingham, ha ipotizzato che eventi climatici avversi potrebbero aver contribuito alla conservazione delle impronte. Potrebbe esserci stato un evento di tempesta che ha coperto le impronte con sedimenti, preservandole anziché lavarle via.

Gary Johnson, l’operaio la cui scoperta ha dato inizio allo scavo, ha descritto l’esperienza come affascinante e surreale, affermando di sentirsi come la prima persona a vedere quelle impronte.

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