Nel 2022, una donna di 63 anni di Fano, infermiera, vive un lutto devastante con la morte improvvisa del marito, colpito da un malore in un fast food. In un momento di grande tristezza, decide di riordinare gli oggetti del defunto e si imbatte in un nascondiglio in cantina contenente sex toys, indumenti intimi femminili e, in particolare, foto e video espliciti. Questi materiali rivelano una verità sconvolgente: il marito aveva una relazione con una sua vecchia amante, una donna che in passato aveva già minacciato il loro matrimonio.
Profondamente sconvolta e tradita, la donna decide di vendicarsi. Invia in forma anonima le foto e i video compromettenti all’ufficio dove lavora l’amante del marito, rendendo pubblica la loro relazione clandestina. Tuttavia, questo gesto porta a una denuncia per “revenge porn” contro di lei, accusandola di diffusione non consensuale di materiale intimo.
Il caso arriva in tribunale e la donna viene condannata a 6 mesi e 6 giorni di detenzione, oltre a un risarcimento di oltre 2.000 euro per danni in sede civile. Gli avvocati, intervistati dal Resto del Carlino, definiscono la loro cliente come una persona profondamente ferita, sottolineando che il suo comportamento impulsivo è stato frutto del dolore e dell’amarezza causati dal tradimento del marito. I giudici, pur riconoscendo la gravità dell’azione, optano per una pena contenuta, valutando la donna come non pericolosa e consapevole dell’errore commesso.
Questo caso sottolinea le complesse dinamiche emotive che possono sorgere in momenti di grande crisi e dolore, oltre a porre interrogativi sulla privacy e la diffusione di materiali intimi senza consenso. La donna, infatti, trovandosi a dover affrontare non solo la perdita del marito, ma anche il tradimento subito, si è trovata coinvolta in una spirale di azioni disperate che le porteranno conseguenze legali significative.