Mettiamola così: tira una gran brutta aria che evoca gli Anni di Piombo in Italia. Le manifestazioni stanno diventando sempre più violente. A Torino, il 15 novembre, gli studenti hanno protestato in piazza per il “No Meloni Day”, portando a un bilancio preoccupante: 19 poliziotti ricoverati, l’uso di bombe al cloro contro gli agenti, immagini di ministri bruciate e slogan delle Brigate Rosse ripresi. Il tricolore è stato strappato e sostituito con la bandiera della Palestina. Inoltre, c’è stato un assalto al Museo del Cinema, dove è stato bruciato un fantoccio di Valditara. I sindacati di Polizia si sono detti profondamente preoccupati per l’aumento dell’aggressività nei confronti delle forze dell’ordine.
Il quotidiano dei Vescovi, con il titolo “Scuola, la protesta passa il limite”, ha critico nei confronti di centri sociali e gruppi antagonisti impegnati nella protesta. L’Avvenire ha messo in evidenza come il corteo ricordi gli eventi del 1977, segnalando l’uso di una pistola P38 e un ordigno artigianale, mentre 15 poliziotti sono stati portati al Pronto Soccorso per contatto con esalazioni tossiche. Il tema centrale della protesta sembra ruotare attorno alla questione palestinese, suscitando l’attenzione dei servizi segreti in vista di una manifestazione contro Israele prevista a Roma.
La premier Giorgia Meloni ha condannato gli eventi, definendoli “episodi gravi e indegni”, auspicando una condanna unanime da parte della politica. Il ministro dell’Interno, Piantedosi, ha aggiunto che i palazzi delle istituzioni sono stati presi di mira. Elly Schlein ha risposto dicendo di opporsi alla strumentalizzazione politica della violenza.
I cortei, organizzati da Unione degli studenti, Link-Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza, si sono svolti in 35 città italiane. Le manifestazioni hanno visto anche scontri a Bologna, Napoli, Genova, Palermo e Cagliari, con una rivendicazione per un’istruzione pubblica gratuita e accessibile. Nel contesto, il Capo dello Stato, Mattarella, ha lanciato un messaggio agli studenti, sottolineando l’importanza delle regole democratiche e del ruolo fondamentale dell’informazione per la democrazia. Ha affermato di aver promulgato leggi che non condivide, segnalando che nessun potere dovrebbe prevalere sugli altri. La sua lezione di Educazione Civica e Democrazia resta da vedere se sarà recepita.