21.9 C
Roma
mercoledì, Ottobre 9, 2024
HomeEconomiaSì allo smart working per i nuovi assunti, ma si discute ancora...

Sì allo smart working per i nuovi assunti, ma si discute ancora sugli aumenti

La trattativa sul rinnovo del contratto delle Funzioni Centrali tra Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) e i sindacati è attualmente in una fase critica, con significative divergenze riguardo agli aumenti salariali. Tuttavia, ci sono stati progressi sul fronte dello smart working, il quale potrebbe rappresentare un’importante opportunità per i neoassunti nelle città del Nord Italia dove il costo della vita è elevato.

Uno degli aspetti chiave della negoziazione è l’idea di semplificare l’accesso al lavoro agile per i neoassunti tramite la contrattazione integrativa. Questa iniziativa mira a rendere l’impiego pubblico più attrattivo, in particolare in aree dove la vita è costosa. Pertanto, incentivare il lavoro a distanza potrebbe risultare determinante per coloro che desiderano entrare nella pubblica amministrazione.

D’altra parte, i sindacati manifestano forte preoccupazione per la questione salariale. L’Unione Sindacale di Base (USB) ha già deciso di lasciare il tavolo delle trattative, proclamando uno sciopero per il 31 ottobre. Anche i sindacati del pubblico impiego di Cgil e Uil hanno organizzato una manifestazione per il 19 ottobre, chiedendo il rinnovo del contratto, il recupero del potere d’acquisto rispetto all’inflazione e un piano straordinario di assunzioni.

La proposta di Aran prevede aumenti mensili tra 110,40 e 193,90 euro, corrispondenti a circa il 7,2% degli stipendi. Tuttavia, i sindacati ritengono queste cifre insufficienti a compensare un’inflazione che, dal 2022 al 2024, ha causato un incremento dei prezzi di circa il 15%. E secondo la Cgil, un funzionario pubblico ha subìto una svalutazione di 290 euro, mentre il recupero proposto si limita a 141 euro.

Ulteriori discussioni riguardano la possibilità di stabilire differenziali stipendiali tra le diverse aree, ma i sindacati esprimono dubbi sulla sufficienza di tali misure, sottolineando l’importanza di risorse economiche adeguate. Il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, si è mostrato dispiaciuto per il ritiro dell’USB, ma ottimista riguardo alla possibilità di un accordo entro il 2024. Tuttavia, il segretario nazionale della Fp-Cgil, Florindo Oliviero, avverte che la trattativa rischia di bloccarsi senza adeguate risorse da parte del governo.

ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

PIÙ POPOLARI