Al gruppo Gedi si registrano cambiamenti significativi con l’uscita di Alain Elkann dalla presidenza e l’arrivo di Mario Orfeo alla direzione di Repubblica, che sostituisce Maurizio Molinari. Questa transizione rende disponibile la direzione del Tg3, un settore che tradizionalmente viene assegnato ai partiti d’opposizione, nel contesto di imminenti ristrutturazioni delle testate in seno a Viale Mazzini.
Mario Orfeo ha ricevuto l’incarico in un momento inaspettato, soprattutto in Rai, a pochi giorni dallo sciopero indetto dal comitato di redazione di Repubblica. I giornalisti si sono mobilitati contro le ingerenze nell’attività giornalistica da parte dell’editore e di aziende a lui collegate, in particolare in relazione all’evento Italian Tech Week. La redazione aveva già manifestato sfiducia nei confronti di Molinari, aggiungendo pressione alla situazione.
Con l’uscita di Elkann, il consiglio di amministrazione ha nominato Maurizio Scanavino come nuovo presidente, mentre Gabriele Comuzzo ha assunto il ruolo di amministratore delegato. Questa nuova leadership è interpretata come un segnale di cambiamento e una nuova direzione strategica per il gruppo, focalizzata sulla trasformazione digitale e sul miglioramento dei risultati economici tramite una gestione rigorosa.
Mario Orfeo ha una lunga storia con Repubblica, avendo iniziato la sua carriera lì prima di dirigere il Mattino e il Messaggero. Ha anche ricoperto il ruolo di direttore generale in Rai dal 2017 al 2018, diventando il primo giornalista a sovrintendere ai principali telegiornali. Con il suo trasferimento a Repubblica, il Tg3 diventa uno dei ruoli più ambiti nelle prossime nomine Rai.
Attualmente, il Tg3 potrebbe essere guidato ad interim dal vicedirettore Pierluca Terzulli fino a quando non verrà definita la successione, che dipenderà dalle dinamiche delle trattative relative alla presidenza della Rai. Questa situazione di incertezza sul futuro del Tg3 sottolinea l’importanza delle prossime decisioni che coinvolgeranno sia la direzione della testata sia gli equilibri strategici del gruppo e dell’ente di stato.