Protesta e sit-in si sono svolti davanti alla Regione siciliana a Palermo, organizzati dai Comitati contro la crisi idrica di Agrigento, Caltanissetta ed Enna, con la partecipazione del sindaco di Enna, Maurizio Dipietro. I manifestanti hanno gridato “Acqua, acqua”, simili a naufraghi in cerca di aiuto, evidenziando le difficoltà legate alla mancanza d’acqua che compromette la loro qualità della vita e distrugge i paesaggi. Protestano contro i turni di distribuzione estenuanti, caratterizzati da interruzioni idriche che possono durare sei giorni. Alcuni partecipanti hanno dichiarato di dover vegliare di notte per aspettare l’arrivo dell’acqua e hanno chiesto un’accelerazione delle forniture, dichiarando di non farcela più. Quelle aree sono gravemente colpite da siccità, inefficienza del servizio e impianti obsoleti.
Tra i manifestanti ci sono anche le donne del Comitato Mamme di Caltanissetta, che hanno bloccato la città per giorni per chiedere “condizioni di vita più dignitose”, sottolineando che “senza acqua non si vive”. Ma per un bene primario come l’acqua, i cittadini devono affrontare costi elevati, anche per la depurazione, e sono costretti a comprare acqua per le necessità quotidiane. Gli striscioni bianchi con scritto “Vogliamo l’acqua equa per tutti” riflettono la richiesta di un diritto fondamentale.
Nel frattempo, Siciliacque ha annunciato l’interruzione dell’acquedotto Ancipa basso a partire dalle ore 6 di venerdì, per lavori di ricollocazione. La distribuzione programmata dei comuni di Caltanissetta e San Cataldo è sospesa, così come quella per i serbatoi Montelungo e Caposoprano a Gela, a causa di problemi lungo le condutture.
Il segretario del PD siciliano, Anthony Barbagallo, ha denunciato la mancanza di programmazione del governo Schifani per il settore idrico. Ha segnalato che l’intero settore è sotto commissariamento senza risultati significativi. Il PD chiede misure rapide per la modernizzazione dei sistemi irrigui, spesso inefficienti, e sostiene che sono necessari forti investimenti. Barbagallo ha sottolineato la contraddizione nella gestione delle risorse in Sicilia, dove molti fondi restano inutilizzati mentre il fabbisogno finanziario è enorme, superando gli 8 miliardi di euro. Ha criticato la decisione del governo nazionale di investire ingenti somme nel Ponte sullo Stretto, suggerendo che quelle risorse avrebbero potuto essere meglio utilizzate per affrontare la crisi idrica in Sicilia.