Nel caso di doping che coinvolge il tennista italiano Jannik Sinner, si sta profilando una possibile svolta grazie all’agenzia mondiale antidoping (Wada) che ha deciso di rivedere il proprio regolamento. Questo cambiamento è stato in parte causato dai recenti casi di Sinner e della tennista Iga Swiatek, entrambi numeri 1 nel mondo, che hanno messo in luce l’emergere di positività involontarie che non migliorano le prestazioni sportive.
Dal 1° gennaio 2027, la Wada introdurrà il termine di “fonte di contaminazione” nel suo regolamento, che si applicherà a situazioni in cui gli atleti possono risultare positivi a sostanze proibite senza intenzione di doparsi. Le nuove normative considereranno casi specifici, come l’ingestione involontaria di medicinali privi di etichette che indicano la presenza di sostanze vietate, il consumo di alimenti o bevande contaminati, o il contatto con sostanze proibite detenute da terzi. Inoltre, la Wada stabilirà livelli di concentrazione minimi sotto i quali la presenza di una sostanza non sarà considerata positiva.
Tuttavia, queste nuove disposizioni non avranno effetto retroattivo sul caso di Sinner, che sarà giudicato secondo le norme attualmente in vigore al momento della sua udienza presso il Tas di Losanna, programmata per l’11 febbraio 2024. Pertanto, il tennista italiano è ancora a rischio di squalifica, ma la sua difesa avrà la possibilità di utilizzare le imminenti modifiche del codice antidoping come argomento a suo favore in sede giuridica.
Il caso di Sinner e quello di Swiatek hanno sollevato un notevole clamore, evidenziando la necessità di riforme nella regolazione del doping nel tennis. La Wada, prendendo atto della situazione e delle implicazioni per gli atleti, sta cercando di evitare future controversie simili attraverso la modifica delle proprie normative, segnalando un cambiamento significativo nella lotta contro il doping. Tuttavia, i dettagli finali e le conseguenze per Sinner rimangono ancora incerti fino all’udienza, lasciando tutti in attesa di sviluppi ulteriori.
