Il costo degli smartphone in Italia è in continua crescita, ma gli italiani sembrano meno disposti a sostenere spese elevate. Secondo l’ISTAT, ogni italiano spende mediamente 126 euro all’anno solo per l’utilizzo del telefono, che equivale a oltre 10 euro al mese. Tuttavia, questa cifra rappresenta solo una frazione del costo totale, poiché le spese maggiori si concentrano sull’acquisto iniziale del dispositivo. Attualmente, la media per la sostituzione dello smartphone si attesta ogni tre anni, mentre nel 2020 era di due anni e mezzo; questa estensione dell’uso è influenzata dalla crisi post-pandemica. Gli utenti tendono a cambiare il loro dispositivo solo in caso di rottura o obsolescenza, la quale può verificarsi dopo cinque o sei anni dall’acquisto.
Nonostante l’introduzione di modelli innovativi con tecnologie all’avanguardia e nuove funzionalità, il ciclo di sostituzione degli smartphone è meno frequente rispetto al passato. I prezzi degli smartphone sono aumentati di quasi il 150% rispetto a cinque anni fa, a causa della complessità tecnologica e dell’aumento dei costi delle materie prime. Questa crescita dei prezzi è evidenziata dalla forte domanda globale, che influisce direttamente sul mercato.
Gli italiani, pur risparmiando sulla frequenza di sostituzione, sono comunque attratti dai nuovi modelli e non badano a spese al momento dell’acquisto. Oggi, il prezzo di uno smartphone può superare frequentemente i 1.000 euro. Oltre a questa spesa iniziale, i costi continuano ad accumularsi attraverso piani tariffari e abbonamenti, e per l’acquisto di accessori come custodie e cuffie, che possono costare oltre 50 euro all’anno per utente. Inoltre, si devono considerare anche le spese per applicazioni e contenuti digitali, nonché eventuali riparazioni e manutenzione.
In sintesi, il costo totale annuale per ogni italiano, tenendo conto dell’acquisto iniziale e delle spese ricorrenti, si aggira intorno ai 350 euro. La tendenza è di prolungare la vita utile degli smartphone, mentre le spese legate all’acquisto rimangono elevate, contribuendo a una crescente precarietà per i consumatori.