24 Settembre 2024

Stipendi al Nord: un divario del 35% rispetto al Sud

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Uno studio della Cgia di Mestre, basato su dati INPS e ISTAT, mette in evidenza che gli stipendi nel Nord Italia superano del 35% quelli del Sud. La retribuzione media giornaliera lorda per i lavoratori del Nord si attesta a 101 euro, rispetto ai 75 euro guadagnati da quelli del Sud. Questa disparità è attribuita a una maggiore produttività del lavoro, che al Nord è del 34% superiore a quella del Sud. A livello regionale, la Lombardia presenta una retribuzione media annua lorda di 28.354 euro, mentre in Calabria si ferma a 14.960 euro.

Lo studio sottolinea il persistente squilibrio retributivo tra diverse aree d’Italia, evidenziando non solo le differenze tra Nord e Sud, ma anche quelle tra aree urbane e rurali. Negli anni ’70, dopo l’abolizione delle gabbie salariali, le parti sociali hanno tentato di affrontare queste disparità tramite contratti collettivi nazionali di lavoro, ma i risultati sono stati limitati. Le disuguaglianze salariali non solo sono rimaste, ma in alcuni casi sono aumentate. Questo è particolarmente evidente nel settore privato, dove multinazionali e aziende di medie e grandi dimensioni, maggiormente presenti nelle aree metropolitane del Nord, offrono stipendi superiori alla media.

Queste aziende tipicamente impiegano una forza lavoro altamente qualificata e con livelli di istruzione elevati, come manager e tecnici, giustificando salari più alti. Al contrario, il Sud Italia soffre anche di un’ampia diffusione del lavoro irregolare, il quale contribuisce a mantenere bassi i salari contrattualizzati nei settori tradizionali come agricoltura, servizi alla persona e commercio.

In sintesi, la disparità retributiva tra Nord e Sud rappresenta un importante problema socio-economico che continua a influenzare il mercato del lavoro italiano. Le politiche per migliorare queste condizioni devono affrontare non solo le differenze salariali, ma anche le variabili legate alla produttività e all’occupazione, affinché vi sia un vero e duraturo riequilibrio tra le diverse regioni del paese.

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