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giovedì, 28 Novembre, 2024
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Taglio di Decontribuzioni al Sud: 25mila Posti di Lavoro a Rischio

La legge di bilancio comporterà una riduzione delle risorse destinate al Sud di circa 5,3 miliardi di euro nel triennio 2025-2027, con la conseguente perdita di 25.000 posti di lavoro a causa della fine della decontribuzione Sud. Questa stima è stata fornita dallo Svimez, che analizza le condizioni economiche del Mezzogiorno. Carmelo Rollo, presidente di Legacoop Puglia, ha espresso preoccupazione chiedendo l’intervento di Raffaele Fitto, nuovo vicepresidente della Commissione europea, per sostenere la decontribuzione a Bruxelles. Rollo ha sottolineato che la cancellazione ha sottratto al Sud 12,2 miliardi di euro, di cui 5,9 miliardi solo nel 2025, e ha spostato 10,7 miliardi su crediti d’imposta, come quelli delle zone economiche speciali.

Rollo ha evidenziato che la decontribuzione non era una misura assistenziale e ricordato che le risorse, secondo il Piano nazionale giovani, erano già destinate al Sud. Anche Natale Mazzucca, vicepresidente di Confindustria, ha lanciato l’allerta, affermando che la decontribuzione era la principale misura di sostegno per il sistema produttivo meridionale e il suo abbandono potrebbe indebolire la base occupazionale. Mazzucca ha richiesto che la nuova misura proposta dalla Legge di Bilancio sia altrettanto efficace nel ridurre il divario competitivo e semplice per le imprese. Confindustria è pronta a collaborare per questa nuova misura, sperando in un buon esito delle trattative con l’Europa.

Nonostante le difficoltà, il rapporto Svimez prevede che il Mezzogiorno crescerà più del Centro-Nord per il secondo anno consecutivo, con un aumento del PIL dell’0,9% nel 2024, rispetto allo 0,7% del resto del Paese. Il Pnrr avrà un ruolo importante, contribuendo con 1,8 punti di PIL tra il 2024 e il 2026. Tuttavia, si prevede una diminuzione dello scarto di crescita a favore del Sud a partire dal 2025, a causa della riduzione delle politiche di stimolo.

Nel 2023, la Sicilia ha registrato la crescita economica più elevata in Italia, con un PIL in crescita del 2,2%, seguita dal Veneto all’1,6%. Anche in termini di occupazione, la Sicilia è tra le prime regioni, con un incremento del 5,2% dal 2019 al 2023, trainata principalmente dal settore delle costruzioni.

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