Antonio Tajani, attuale vice premier e ministro degli Esteri italiano, sta assumerando un atteggiamento di contrarietà rispetto alle iniziative del governo guidato da Giorgia Meloni. Frequentemente tarda nel prendere decisioni e tende a rimandare le proposte che vengono avanzate, non dando un chiaro segnale di approvazione o disapprovazione. Il suo approccio è complesso: sembra non voler bocciare le iniziative, ma piuttosto rimandarle a tempi migliori, contribuendo a un clima di incertezza nel governo.
Una delle questioni chiave sollevate è quella del diritto di cittadinanza, in particolare riguardo ai bambini nati in Italia che dovrebbero avere l’opportunità di richiedere la cittadinanza a un’età più giovane di diciotto anni. Mentre Meloni e Salvini appaiono concordi nel rinviare una discussione su questo tema, Tajani si mostra incline verso una posizione più progressista, potenzialmente in contrasto con la visione del governo. Questo ha generato confusione ed imbarazzo all’interno dell’esecutivo.
Il dibattito si complica ulteriormente con l’intervento di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, che cerca di portare la questione in aula, scontrandosi però con l’alleanza di governo. Nonostante le tensioni, Tajani in alcune occasioni vota con Meloni e Salvini, ma subito dopo sembra tornare sui suoi passi, rivendicando diritti sul tema della cittadinanza.
In seguito, Forza Italia annuncia l’intenzione di presentare una proposta alternativo che modifichi la legge sullo ius scholae, ma questa iniziativa, da molti vista come “fantasma”, rischia di essere trascurata a favore di problemi più urgenti, come la manovra economica che il ministro Giorgetti sta preparando. Tajani, pur affermando la necessità di sacrifici da parte di tutti, compresa la fascia più ricca della popolazione, cerca di evitare che si tocchino gli interessi delle banche, soprattutto quelle legate agli interessi di Forza Italia.
Nel complesso, Tajani pare puntare a creare un nuovo centro moderato in Italia, in collaborazione con figure come Matteo Renzi e Carlo Calenda, e preoccupato per il futuro della sua formazione politica. Le sue manovre sembrano ambiziose, ma l’incertezza regna nei suoi piani, e il successo è tutt’altro che garantito.