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giovedì, 21 Novembre, 2024
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Terrore nei cieli di Gorla: la tragedia degli innocenti a scuola

Il 20 ottobre 1944, i bombardieri B-24 Liberator della 15ª Air Force americana decollano dall’aeroporto Castelluccio di Foggia con l’obiettivo di distruggere le strutture industriali di importanti aziende come Alfa Romeo, Breda, Isotta Fraschini e Pirelli. La missione, agevolata da un cielo limpido e dall’assenza di caccia nemici, si trasforma in un tragico errore, portando alla devastazione di un’innocente scuola elementare a Gorla, nei pressi di Milano.

I bombardieri, soprannominati “vacca incinta” per la loro forma, non riescono a colpire i loro obiettivi. Errori di calcolo e decisioni affrettate portano gli aviatori a sganciare le bombe su un centro abitato invece di su obiettivi militari. Le due squadre di Liberator, incapaci di ripercorrere la traiettoria corretta, decidono di colpire un “bersaglio tattico” civile. La situazione diventa catastrofica quando una bomba colpisce la tromba delle scale della scuola “Francesco Crispi”, proprio mentre gli alunni sono in classe.

L’allerta aerea suona poco prima dell’attacco, e nonostante gli sforzi delle maestre per far raggiungere in tempo i rifugi, il bombardamento si scatena senza preavviso. Tra le macerie, 184 bambini, 18 dei quali di età inferiore ai 13 anni, e numerosi adulti perdono la vita a causa dell’esplosione. I soccorsi arrivano dopo che i bombardieri si sono allontanati, ma i danni sono devastanti: le speranze di trovare sopravvissuti scoraggiano i soccorritori di fronte all’orrendo scenario.

Solo quattro bambini riescono a essere salvati dalle macerie. Gli altri corpi, bruciati e mutilati, raccontano una storia di violenza e perdita incommensurabile. Nel conteggio finale delle vittime, Gorla, Precotto e Turla registrano oltre 635 morti, con stime che superano le 700 vittime, e centinaia di feriti.

L’atroce bombardamento diventa un simbolo della brutalità della guerra. Il monumento di Remo Brioschi, eretto nel 1952, in piazza dei Piccoli martiri a Gorla, ricorda la tragedia e serve come monito per la pietà verso gli innocenti e la crudeltà umana.

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