“Totò voleva vivere. Aveva una grande voglia di vivere e una grande umiltà, per questo tutti gli volevano bene”. Queste parole sono state pronunciate da Giovanni Schillaci, fratello di Totò, durante il suo omaggio nella camera ardente allestita allo stadio Renzo Barbera. Questo luogo è diventato un punto di riferimento per un pellegrinaggio collettivo, dove molti si sono riuniti per rendere omaggio a Totò, che indossava la maglia azzurra del scudetto mondiale.
Giovanni ha espresso il suo desiderio che vengano riconosciuti i valori di Totò, sottolineando che non sta parlando solo da fratello, ma come qualcuno che ha visto l’affetto autentico dimostrato dalla folla presente. La scena è stata toccante: persone di ogni età e condizione sono accorse per salutarlo, fra cui anche chi ha necessità particolari, come anziani con ossigeno e disabili in sedia a rotelle. Questa immagine ha reso evidente il profondo legame di Totò con la comunità.
Giovanni ha sottolineato come la gente abbia compreso la bontà e l’umiltà di Totò, valori che lo hanno reso amato da tutti. La sua personalità, semplice e genuina, ha lasciato un segno indelebile nei cuori delle persone. L’affetto manifestato da così tante persone testimonia quanto fosse speciale e rappresentativo il suo carattere.
In un momento di grande dolore per la perdita, l’affluenza nella camera ardente ha rappresentato non solo un omaggio a un grande calciatore, ma anche a un uomo che ha saputo avvicinare le persone, unendo generazioni e comparti sociali diversi grazie alla sua umanità. La sua figura è diventata emblema di una connessione profonda tra il campione e il suo pubblico, quello che lo ha seguito nel corso della sua carriera e che ora si raccoglie per onorarlo.
In sintesi, Totò Schillaci non è stato solo un atleta di successo, ma anche un simbolo di speranza e umiltà. Giovanni conclude affermando che Totò se lo meritava, e che il suo lascito va oltre il calcio, incidendo nel tessuto sociale con messaggi di gentilezza e rispetto per la vita. La sua memoria continuerà a vivere, alimentata dall’affetto di chi lo ha conosciuto e amato.