All’inizio del viaggio, proprio alla prima curva, si prova un senso di inquietudine. La solitudine è palpabile e poco familiare. Con il passare delle tappe, però, ci si abitua e si comincia a divertirsi, mettendo musica e affrontando gli imprevisti, come il rumore delle posate che cadono. La preoccupazione principale è la grandezza del furgone, alto oltre due metri e lungo cinque e venti, un mezzo imponente che sembra più una casa che un veicolo. Questo viaggio è il modo in cui Beatrice Benicchi ha deciso di presentare il suo ultimo libro, “Non per cattiveria”, in un tour attraverso l’Italia.
L’inizio è in una calda mattina di luglio, quando Beatrice, osservando Milano, propone agli editori l’idea di un tour a bordo del suo van, ottenendo subito il loro assenso. Pianificano le ventisei tappe nelle librerie, principalmente indipendenti, in località meno frequenti, dal Molise alla Lombardia. Sebbene il viaggio inizi con momenti di relax, come un bagno sulla costa, Beatrice si rende conto che la vita on the road è meno romantica di quanto immaginasse.
Il furgone, appartenente alla sua famiglia, è un Citroën bianco, dotato di due fornelli, quattro posti letto e diversi comfort. Beatrice porta con sé prodotti per il corpo e non rinuncia a momenti di piacere, nonostante il contesto spartano. La vita on the road presenta sfide: dormire in campeggi desolati o parcheggiare sulle strisce blu, affrontando posizioni scomode nel sonno. Ogni mattina offre panorami diversi, dal mare alla montagna.
Contrariamente a quanto pensasse, diventare scrittrice non equivale a un flusso creativo costante, ma comporta numeri e statistiche da gestire: date, vendite, partecipanti agli eventi. All’inizio, questi dati la sopraffanno, ma l’incontro con libri e librai si rivela un’ancora di salvezza. Attraverso ogni tappa, i librai locali diventano compagni di viaggio, apportando supporto e conforto in un’esperienza che, seppur complessa, si trasforma in un percorso di crescita personale e professionale.