Ius Soli, Ius Culturae, Ius Scholae. Ma anche una proposta di legge dedicata appositamente agli sportivi e diverse mirate alla riacquisizione della cittadinanza per chi l’ha persa o ci ha rinunciato. Sono 25 i testi presentati alle Camere sul tema del riconoscimento dell’italianità. Una questione tornata di attualità dopo le Olimpiadi di Parigi, con le vittorie di tanti atleti azzurri di origine straniera e la storica medaglia d’oro della nazionale italiana femminile di volley, che ha tra le sue punte di diamante le pallavoliste di colore Paola Egonu e Myriam Silla.
L’apertura di Forza Italia sullo Ius Scholae, la concessione della cittadinanza a chi è nato nel nostro Paese o è arrivato entro il dodicesimo anno di età e ha completato un ciclo di studi di dieci anni, ha fatto emergere sensibilità diverse all’interno della maggioranza. La Lega ha subito chiuso all’ipotesi e Fratelli d’Italia, anche oggi con un’intervista al Corriere della Sera del capogruppo alla Camera Tommaso Foti, ha ribadito che una modifica della legge sulla cittadinanza non è nel programma di governo. La disponibilità di FI a una discussione in Parlamento ha provocato reazioni nell’opposizione, che invita gli azzurri a collaborare per cercare una mediazione.
Tra i possibili ‘punti di cadutà tra Forza Italia e il centrosinistra potrebbe esserci la proposta del vice capogruppo del Pd a Montecitorio Paolo Ciani, che propone appunto lo ius scholae, dopo che il M5s è apparso freddo sullo ius soli. Si tratta di un testo che prevede di concedere la cittadinanza agli stranieri nati in Italia o arrivati entro il dodicesimo anno, che abbiano completato un ciclo scolastico di cinque anni. Il cosiddetto ‘lodo Ciani’ è stato presentato alla Camera il 22 luglio e non è stato ancora assegnato in commissione. L’ultima proposta, in ordine di tempo, è quella del deputato del M5s Alfonso Colucci, depositata il 7 agosto. Il giorno prima è stato presentato dal dem Mauro Berruto un testo ad hoc sulla cittadinanza ai tesserati di associazioni sportive.
Sono diverse, invece, le iniziative sul riconoscimento della cittadinanza per gli italiani che l’hanno persa. Dal canto suo Foti, di FdI, propone una stretta sulle “pratiche di acquisto fraudolento della cittadinanza mediante matrimonio”. Quasi tutte le proposte sono centrate su modifiche alla legge numero 91 del 5 febbraio 1992, che disciplina le norme attuali, basate sullo Ius Sanguinis, che prevede l’acquisizione della cittadinanza da uno o entrambi i genitori o in caso di adozione. Differente l’iniziativa del deputato del Pd Fabio Porta, che vuole prorogare gli effetti della legge n.379 del 14 dicembre 2000, che concedeva la cittadinanza italiana alle persone nate e già residenti nei territori dell’Impero Austro Ungarico e ai loro discendenti, in maggior parte di origine trentina e giuliana e in parte friulana.
Sul filone del riottenimento dei diritti, in corso di esame in commissione Affari Costituzionali a Palazzo Madama c’è il testo della senatrice dem Francesca La Marca, centrato sul riacquisto della cittadinanza da parte delle donne che l’hanno persa dopo essersi sposate con un cittadino straniero. Il deputato di Noi Moderati Franco Tirelli, invece, il 20 settembre del 2023, ha presentato una proposta di legge per il riconoscimento della cittadinanza ai discendenti di emigrati italiani in caso di mancanza della ‘documentazione probatorià.
Molto simile al ‘lodo Ciani’ è la proposta di legge a prima firma della vice capogruppo del M5s a Montecitorio Vittoria Baldino, assegnata in commissione Affari Costituzionali il 17 maggio, che prevede l’acquisizione della cittadinanza italiana per i minori nati in Italia o arrivati entro i dodici anni d’età, che abbiano frequentato la scuola per almeno cinque anni o percorsi idonei a conseguire una qualifica professionale. Al netto della mediazione-Ciani, le altre iniziative del Pd, come quelle dei deputati Matteo Orfini e Laura Boldrini, vertono tutte sullo Ius Soli, la cittadinanza ai figli degli stranieri ottenuta per nascita in Italia.
Prima della pausa estiva il tema non era all’ordine del giorno dei lavori parlamentari, ora molto probabilmente le opposizioni chiederanno che le diverse proposte di legge possano essere calendarizzate, alla ripresa dei lavori che avverrà alla camera per le commissioni il 4 settembre e per l’aula il 10 settembre.