Dopo sei ore di osservazione, la Commissione ospedaliera ha confermato la morte cerebrale di un quindicenne di Vago di Lavagno. In seguito, è stata sospesa ogni terapia e supporto vitale. Il padre del ragazzo ha manifestato la volontà di donare gli organi, e l’ospedale Borgo Trento di Verona ha autorizzato l’espianto. Il giovane era arrivato in condizioni critiche e, dopo due giorni di massima terapia di supporto, era stato diagnosticato un danno cerebrale irreversibile.
Le indagini, condotte dal procuratore capo Raffaele Tito, sono emerse da una tragedia familiare in cui la madre, Alessandra Spiazzi, 58 anni, ha sparato al figlio alla testa prima di togliersi la vita. L’ipotesi più accreditata dagli inquirenti è quella del tentato omicidio, dato che la donna soffriva da tempo di problemi di salute. Al momento, il marito della donna, 50 anni, è risultato estraneo ai fatti ed è stato sentito come persona informata dai carabinieri di San Martino Buon Albergo.
Alessandra Spiazzi è deceduta a causa di un colpo d’arma da fuoco alla testa, mentre il figlio, gravemente ferito, è stato soccorso dal 118 e trasportato d’urgenza all’ospedale. Una pistola, già in possesso del defunto padre della donna, è stata rinvenuta sul luogo della tragedia e sequestrata dalle autorità.
La situazione, quindi, si è evoluta rapidamente da un evento tragico a un complesso caso di indagine legale, con il focus che resta sull’analisi delle dinamiche famigliari e delle problematiche psicologiche che hanno portato a questo drammatico epilogo. La comunità rimane sconvolta da quanto accaduto, e l’intera vicenda solleva interrogativi su salute mentale e sicurezza in contesti familiari. La notizia ha suscitato grande commozione e tristezza, evidenziando l’importanza della prevenzione in situazioni di crisi psicologica.
Le autorità proseguono con le indagini per fare chiarezza sulla vicenda, mentre l’ospedale gestisce la delicata questione della donazione degli organi in un contesto così straziante.