Potrebbe essere in arrivo una svolta nel conflitto in Medio Oriente, con nuove possibilità di tregua per Gaza e Libano. Netanyahu menziona una potenziale soluzione diplomatica, segno che potrebbe essere pronto a finalizzare un accordo per porre fine alla guerra. L’Iran sta ponderando i suoi passi, promettendo una risposta “prima del voto USA”. Il nuovo leader di Hezbollah, Naim Qassem, si è rifugiato a Teheran per coordinare le strategie; già affermato nel movimento sostenuto dall’Iran da oltre trent’anni, ha dichiarato che la guerra con Israele è una questione di resistenza, insistendo sulle capacità intatte del suo gruppo, nonostante i colpi subiti.
Qassem ha sostenuto gli sforzi dell’alleato Nabih Berri per garantire un cessate il fuoco, evitando di richiedere un’immediata tregua con Gaza come precondizione. Il primo obiettivo appare essere un mese di tregua, secondo quanto riportato da “Ynet”, in cambio della liberazione di un numero variabile di ostaggi da parte di Hamas. Il Libano spera a sua volta di stabilire un cessate il fuoco a breve.
Tuttavia, la guerra continua a infuriare. A Gaza, i morti hanno superato i 43.000 e in Libano sono stati registrati 2.787 decessi dal 7 ottobre, con migliaia di civili evacuati dalla Valle della Bekaa in previsione dei bombardamenti israeliani. L’ONU ha segnalato che oltre un quarto del Libano è soggetto a ordini di evacuazione, con più di 1,2 milioni di sfollati. L’Iran, secondo la CNN, sembra pronto ad un’azione contro Israele prima delle elezioni presidenziali americane del 5 novembre.
Intanto, il governo degli Stati Uniti sta esercitando pressione per una tregua, con gli inviati di Biden che puntano a un cessate il fuoco di 60 giorni in Libano. Parallelamente, i negoziati di pace sono stati riavviati, un segnale positivo per il futuro. Nonostante queste aperture, è importante mantenere cautela riguardo alle reali prospettive di pace e stabilità nella regione.