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sabato, 16 Novembre, 2024
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Trenta mamme aggrediscono un’insegnante di sostegno in una scuola media

Trenta mamme hanno fatto irruzione nella scuola media Salvati a Castellammare di Stabia, indirizzando la loro rabbia verso una docente di sostegno. L’episodio è avvenuto giovedì mattina, e ha visto coinvolti anche i genitori della docente, il cui padre ha subito una frattura al polso nel tentativo di difenderla. La docente ha riportato un trauma cranico a causa dei colpi ricevuti. I carabinieri, allertati da altri insegnanti, sono intervenuti per proteggere la donna da un possibile linciaggio.

Le motivazioni alla base dell’aggressione sembrano derivare da voci diffuse sui social riguardanti comportamenti non appropriati della docente verso alcuni alunni. Le forze dell’ordine hanno sequestrato cellulari e computer come parte delle indagini. Il sindaco di Castellammare, Luigi Vicinanza, ha descritto l’accaduto come un grave episodio di violenza, esprimendo fiducia nel lavoro investigativo dei carabinieri per chiarire la verità e ristabilire la serenità nella scuola.

Secondo le prime indagini, a agosto i profili social della docente erano stati hackerati e nelle recenti settimane ha ricevuto minacce di morte via email e cellulare. Nel contesto, un post virale sui social intitolato “l’urlo di una madre” ha accusato la docente di abusi sessuali su bambini della scuola, notizia successivamente rivelatasi infondata. Gli inquirenti non escludono un collegamento tra il post e l’aggressione, ma non ci sono prove concrete di abusi segnalati ai servizi sociali. Tuttavia, è noto che la docente aveva ammonito severamente uno studente sorpreso a fumare nei bagni.

Vito Carlo Castellana, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, ha condannato l’atto di violenza, sottolineando che “la scuola è un luogo sacro” e che è necessario garantire la sicurezza di insegnanti e studenti. Ha esortato la società a riflettere sul modello che si vuole trasmettere ai giovani. Castellana ha inoltre espresso solidarietà alla docente aggredita e a tutta la comunità scolastica, chiedendo che simili episodi non rimangano impuniti.

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