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giovedì, 21 Novembre, 2024
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Tumori: uno studio spiega il loro processo di crescita

Recentemente, un team di scienziati italiani ha fatto una scoperta che potrebbe rivoluzionare la lotta contro i tumori: la proteina p62 è stata identificata come un fattore chiave nella crescita e progressione del cancro. Lo studio, condotto dall’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e pubblicato sulla rivista Science, offre nuovi insight sui meccanismi molecolari che sostengono la diffusione del cancro.

La p62, un “ricettore autofagico”, gioca un ruolo fondamentale nell’instabilità cromosomica, una condizione comune a molte forme di tumore. Questa instabilità implica anomalie nella separazione dei cromosomi durante la divisione cellulare, creando un caos molecolare che favorisce la proliferazione incontrollata delle cellule tumorali, la resistenza ai trattamenti e la formazione di metastasi. In tale contesto, p62 non solo mantiene questa instabilità, ma la utilizza a favore del tumore, rendendolo più aggressivo e difficile da trattare.

La proteina p62 è coinvolta in un complesso meccanismo che porta alla formazione di strutture anomale chiamate micronuclei, che contengono frammenti di cromosomi non correttamente segregati. Normalmente, il nucleo cellulare protegge il DNA e regola le funzioni vitali della cellula, ma nei micronuclei l’involucro è difettoso, esponendo il DNA a danni. La p62 inibisce i meccanismi di riparazione di quest’involucro, impedendo così il ripristino della stabilità cromosomica. Questo collasso dei micronuclei accresce l’instabilità cromosomica, conferendo vantaggi alle cellule tumorali.

Importante è notare che gli scienziati dell’IEO hanno osservato che i tumori con alti livelli di p62 e marcata instabilità cromosomica hanno una prognosi peggiore. Questo suggerisce che la p62 potrebbe servire come marcatore prognostico per individuare pazienti a rischio di forme di tumore più aggressive. Il monitoraggio dei livelli di p62 nelle cellule tumorali potrebbe aiutare i medici a prevedere l’evoluzione della malattia e a personalizzare le terapie in base al profilo molecolare del tumore. Inoltre, mirare alla p62 attraverso nuovi farmaci potrebbe rappresentare una strategia innovativa per ridurre l’aggressività dei tumori e aumentarne la sensibilità ai trattamenti esistenti.

Il progetto sull’identificazione della proteina p62 è stato coordinato dal professor Stefano Santaguida, leader del gruppo di ricerca presso il Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’IEO e docente all’Università Statale di Milano. Questa ricerca rappresenta una collaborazione internazionale che coinvolge istituti di alto livello nel mondo, tra cui il Memorial Sloan Kettering Cancer Center e la Harvard Medical School, nonché diverse istituzioni italiane di prestigio come l’Università di Palermo e l’Ospedale San Raffaele di Milano.

Il rilevante successo di questo studio, pubblicato sulla copertina di Science, è un omaggio all’eccellenza della ricerca italiana in oncologia, grazie anche al sostegno della Fondazione AIRC e della Fondazione Cariplo. Questa scoperta dimostra come gli investimenti nella scienza possano portare a risultati di importanza globale, con potenziali impatti significativi per milioni di pazienti in tutto il mondo.

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