20 Settembre 2024

Tupperware: Il Tramonto di un Iconico Marchio di Contenitori Alimentari

Il colosso Tupperware, noto produttore di contenitori per alimenti, è in difficoltà e ha avviato una procedura di fallimento ai sensi del Capitolo 11, una legge statunitense che consente la ristrutturazione delle aziende in crisi. La CEO Laurie Ann Goldman ha spiegato che la situazione finanziaria dell’azienda è stata negativamente influenzata da un contesto macroeconomico sfavorevole, costringendo il gruppo, con sede a Orlando, Florida, a considerare questa misura come la migliore opzione per ottenere la flessibilità necessaria per una trasformazione digitale e tecnologica.

Tupperware, icona della conservazione alimentare, ha tuttavia affrontato un crescente debito che ammonta a centinaia di milioni di dollari. La società prevede di continuare l’attività durante la procedura fallimentare, garantendo il pagamento a dipendenti e fornitori. Nei documenti presentati alla Corte fallimentare del Delaware, Tupperware ha indicato che i suoi beni si aggirano tra i 500 milioni e un miliardo di dollari, mentre le passività variano tra uno e dieci miliardi, con un elenco di creditori che oscilla tra i 50.000 e i 100.000.

Il titolo dell’azienda è stato sospeso a Wall Street, mentre nell’agosto scorso Tupperware aveva già manifestato gravi problemi di liquidità e incertezze sulla propria capacità di proseguire l’attività. I ricavi dell’azienda sono diminuiti drasticamente, passando a 1,3 miliardi di dollari nel 2022, il 42% in meno rispetto a cinque anni fa. Tupperware non pubblica i propri conti dal 2022 e ha ristrutturato i propri impegni finanziari nel 2020.

Fondata nel 1946 dal chimico Earl Tupper, l’azienda si distinse creando contenitori ermetici che aiutavano a ridurre gli sprechi alimentari. Negli anni, i contenitori di plastica Tupperware sono diventati sinonimo di eventi sociali come i “Tupperware Party”, dove amici si riunivano per condividere cibo mentre un rappresentante dell’azienda mostrava i prodotti. Fino al 2017, l’azienda contava oltre tre milioni di “ambasciatori” in tutto il mondo, ma ora si trova ad affrontare una crisi che potrebbe segnarne la fine.

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