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martedì, 14 Gennaio, 2025
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Ultimi Colpi di Scena: Domani il Voto

Si stanno intensificando i contatti fra le forze politiche per l’elezione dei quattro giudici della Corte Costituzionale, attesi dal Parlamento. Le discussioni si concentrano sulla scelta del quarto giudice, che deve essere ‘esterno’ ai partiti, e attualmente l’avvocata generale dello Stato, Gabriella Palmieri Sandulli, è considerata la principale candidata. Per quanto riguarda i due giudici designati dalla maggioranza, sembra certo il nome di Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Palazzo Chigi. Per il secondo giudice, si sono fatti i nomi di Pierantonio Zanettin, senatore di Forza Italia, e del viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto. Si valuta anche un’opzione per un profilo tecnico, evitando di nominare un parlamentare.

Oggi si è svolto un vertice di maggioranza a Palazzo Chigi per discutere anche del dossier relativo alla Corte Costituzionale e prepararsi al voto previsto domani. Per il giudice proposto dall’opposizione, pare che la scelta sia ricaduta su Massimo Luciani, accademico dei Lincei, che ha avuto la meglio su altri due candidati: Andrea Pertici, sostenuto dalla segretaria dem Elly Schlein, e Michele Ainis, indicato dai Cinque Stelle. Il curriculum di Luciani avrebbe trovato consenso tra le diverse fazioni politiche.

Per il quarto giudice, che deve essere un tecnico concordato tra maggioranza e opposizione, i nomi sul tavolo includono Gabriella Palmieri Sandulli e Daniela Mastroiacono, con la prima ritenuta la favorita. Domani, alle 11:30, il Partito Democratico riunirà i gruppi di Camera e Senato per esaminare l’andamento delle votazioni. Alle 13:00, il Parlamento in seduta comune si riunirà per procedere al vaglio delle candidature. Questo rappresenta il tredicesimo scrutinio per un giudice e il quarto per gli altri tre giudici. Per facilitare l’intesa tra le forze politiche, la Corte Costituzionale ha rinviato la decisione sui referendum riguardanti l’autonomia differenziata, prorogando dal 13 al 20 gennaio la Camera di consiglio, dove verrà valutata l’ammissibilità dei quesiti abrogativi. La maggioranza necessaria per l’approvazione è quella dei tre quinti dei membri, iniziando dai deputati.

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